Rapine: un affare di famiglia | col bimbo di dieci anni - Live Sicilia

Rapine: un affare di famiglia | col bimbo di dieci anni

Palermo, i nomi degli arrestati
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Chi avrebbe potuto mai sospettare di quella donna che entrava in tabaccheria con il figlio di dieci anni. Gli stringeva la mano mentre faceva un giro nel negozio come una normale cliente. Ed invece stava studiando le mosse del prossimo colpo. La donna è una delle dieci persone arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Non pubblichiamo il nome per tutelare il minorenne sfruttato senza alcuno scrupolo.

Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal giudice per le indagini preliminari Piergiorgio Morosini e richieste dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Ennio Petrigni e Ilaria Auricchio, hanno raggiunto Rosario Schillaci e Giovanni Schillaci, padre e figlio, di 43 e 20 anni, Giovanni Bravo, di 19, Luca Vella, classe ’89, Maurizio Croce, classe ’86, Nicolò Lanza, 23 anni (e’ nipote di Schillaci, ndr), Gregorio Mineo, 45 anni, Miro Talamanca di 37. La decima arrestata è la madre del bimbo e ha 32 anni. Sono tutti palermitani e avrebbero parte di una banda che da novembre 2010 a giugno del 2011 ha messo a segno una sfilza di colpi a Bagheria. Nove per l’esattezza. Un vero terrore per i commercianti del popoloso centro alle porte di Palermo.

Ecco l’elenco delle rapine: Tabaccheria del Corso (bersaglio ripetuto di tre rapine), Supercinema, negozio di detersivi Futura, distributore di benzina Q8, Tabacchi Salerno, Credem e Unicredit.

A tradire la banda sono state le video riprese dei sistemi di sicurezza a circuito chiuso che hanno immortalato il fare sospetto di alcuni degli arrestati. Nei giorni precedenti ai colpi effettuavano dei sopralluoghi per curare ogni particolare. Niente doveva essere lasciato al caso. La mente era Rosario Schillaci che nella sua fedina penale annovera vari precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. Era lui a dettare i compiti agli altri. A stabilire chi dovesse fare da palo e chi avesse il sangue freddo per fare irruzione nei negozi. Un compito affidato al figlio Giovanni, nonostante i suoi vent’anni.

Gli arresti di oggi si aggiungono agli altri quindici eseguiti dai carabinieri nelle ultime settimane. “Si tratta di rapinatori seriali – spiega il generale Teo Luzi comandante provinciale dei carabinieri – gli arresti sono il risultato di indagini subito avviate dai carabinieri allorquando ci si è resi conto che questo odioso reato era in leggera crescita”. I militari hanno subito studiato le contromosse nel corso di una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “E’ stato varato un piano coordinato con la polizia e la Guardia di finanza – aggiunge Luzi – aumentando le pattuglie sul territorio e predisponendo servizi antirapina con personale in abiti civili, che ha prodotto buoni risultati sul piano preventivo”. “Occorre dire che a livello nazionale, evidentemente per la difficile congiuntura economica, nell’ultimo anno – conclude – si è registrato un aumento dei reati predatori, in particolare di furti e rapine commessi ai danni di passanti o esercizi commerciali. Tuttavia il numero di tali reati consumati nella provincia di Palermo resta molto al di sotto di quello delle altre grandi metropoli italiane e, quindi, i livelli di sicurezza complessivi possono ritenersi buoni. Ciononostante è dovere delle forze di polizia dedicare ogni energia disponibile per migliorare ulteriormente la situazione”.

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