Sicilia e- Servizi, la 'controrelazione': | "Sminuite le competenze dei lavoratori" - Live Sicilia

Sicilia e- Servizi, la ‘controrelazione’: | “Sminuite le competenze dei lavoratori”

Su Sicilia e-Servizi esiste anche una “controrelazione”. Che si affianca a quella ufficiale diffusa dalla commissione d’indagine all’Ars, ma che svela particolari nuovi, e interpreta i fatti con un’ottica diversa. L’ottica, per intenderci, dei dipendenti della Venture, che hanno fatto circolare un documento del tutto ufficioso, ma molto duro. E oggi, quegli stessi dipendenti, hanno fatto sentire le proprie ragioni di fronte l’Ars, dove si discute la relazione finale della commissione d’indagine.

Ma nella “controrelazione”, ecco diversi dei temi più spinosi riguardanti la gestione di Sicilia e-Servizi. A cominciare dal cosiddetto “popolamento”. Un’immissione di circa 250 unità, il numero sufficiente di lavoratori per consentire l’attività della partecipata. Ma il popolamento non è mai avvenuto. Nonostante una convenzione risalente al 2007, poi confermata da una delibera del 2011, secondo cui “il socio di minoranza (Accenture ed Engineering, ndr) si era obbligato – scrivono i dipendenti Sisev – con l’accettazione incondizionata delle condizioni previste dagli atti di gara, ivi compresa l’offerta, ad effettuare il trasferimento e il consolidamento del know how alla società che consenta alla stessa di svolgere le attività di sua competenza”. Ma quel “trasferimento” del know how, e quindi del personale, individuato in “250 unità”, come detto, non è mai avvenuto.

Ma non solo. Secondo i dipendenti della Venture, i soci privati avrebbero impedito anche la stessa crescita professionale dei lavoratori, che, secondo gli accordi con la Regione, sarebbero dovuti passare interamente nelle mani dell’amministrazione regionale, durante la “fase di uscita” del privato da Sicilia e-Servizi, prevista per il 2013. “Tale aspettativa – scrivono i dipendenti – è stata disattesa volutamente dalle due società che hanno posto nelle posizioni di rilievo il loro personale nel corso degli anni, sminuendo e offuscando le competenze dei lavoratori Sisev (ossia della Venture, ndr), limitandone l’attività formativa e il conseguente percorso di crescita, e più volte – aggiungono nel documento – effettuando azioni allo scopo di non mostrare la loro figura e professionalità verso i referenti della Regione siciliana. Il chiaro intento – prosegue il testo – era quello di porre nelle posizioni di management, il solo personale Engineering e Accenture, quindi disattendendo quanto esposto nel Piano strategico”.

E l’operato dei privati, secondo i dipendenti, avrebbe finito per danneggiare la Regione stessa: “Va evidenziato – aggiungono infatti i lavoratori – come in ogni caso il processo di reclutamento sia stato rallentato per poter lucrare sulla rivendita del personale Sisev a prezzi stratosferici alla Regione siciliana (il singolo dipendente percepisce uno stipendio circa 5 volte inferiore di quello che percepisce Sisev dalla Sise per il suo lavoro)”.

I lavoratori, poi, scendono anche nello specifico delle presunte anomalie alla base dei contratti. A cominciare da chi aveva un contratto di apprendista. IN questo caso, secondo il lavoratori, la formazione è stata effettuata solo sulla carta (“ci facevano dichiarare di seguire corsi mai tenuti”, scrivono i lavoratori), alcuni apprendisti avrebbero effettuato turni in giorni festivi e notturni, altri hanno effettuato reperibilità non previste dal contratto, i privati non avrebbero rispettato il preavviso di 45/60 giorni per lo scioglimento del rapporto. Un apprendista, con un contratto scaduto il 3 febbraio avrebbe continuato a lavorare, mentre gli altri 13 lavoratori ad oggi non avrebbero ricevuto ancora una comunicazione ufficiale della fine del rapporto. E ancora, non sarebbero stati calcolati gli scatti di anzianità, non è stato pagato lo stipendio di gennaio, mancano i buoni pasto da quattro mesi.

Un’altra delle denunce dei lavoratori riguarda l’accesso ai dati in possesso di Sicilia e-Servizi. “Nel corso degli anni – scrivono i dipendenti – siamo stati affiancati da personale ‘non Sisev’, ma con contratto Enginnering ed Accenture. Tale personale ha da sempre effettuato accessi a vario livello ai sistemi di proprietà della Regione Siciliana”. I lavoratori raccontano di aver anche segnalato la questione all’amministratore delegato Natale Di Giovanna, ma di non aver ricevuto alcuna risposta.

“E’ impensabile – accusano i lavoratori – che due società private, quotate in borsa e quindi con forti interessi economici, possano avere accesso a dati sensibili o meno della Regione siciliana, dei singoli dipendenti di essa, ma soprattutto tutti gli spostamenti di capitali all’interno della stessa”.

E i contenuti di questo documento, oggi, rimbalzano appena fuori dal portone del Palazzo dei Normanni, dove si sono ritrovati molti dei 68 impiegati di Sisev. “Si tratta – ha detto Michele D’Amico dei Cobas Codir – della vera risorsa di quella società. Sono loro che hanno fatto funzionare Sicilia e-Servizi, ed è impensabile che la Regione pensi di privarsene. Anzi, noi chiediamo a gran voce il reintegro dei 14 a cui sono già scaduti i contratti. Si tratta – ha aggiunto D’Amico – in tutti i casi di personale altamente specializzato, gran parte di loro sono ingegneri informatici. Un patrimonio di professionalità che la Sicilia non può permettersi di disperdere”. E dal sindacato arriva anche un proposta: “Bisognerebbe, molto semplicemente – ha spiegato D’Amico – di far transitare il ‘gruppo storico’ dei sessanta ingegneri informatici nella costituenda società dell’area strategica dell’informatica, individuata nel piano di riordino. Con ciò si otterrebbe un trasferimento del know how effettivo alla Regione, salvaguardando quello che è un vero e proprio investimento portato avanti dall’amministrazione, e tutto questo sarebbe ottenibile a costo zero”.


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