Concorso esterno, udienza rinviata| Ecco le possibili alternative - Live Sicilia

Concorso esterno, udienza rinviata| Ecco le possibili alternative

CATANIA, PROCESSO AI FRATELLI LOMBARDO
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I fratelli Lombardo e la mafia, taglia corto il procuratore Capo Giovanni Salvi: “I contatti ci sono stati, ma è in corso di valutazione la qualificazione dei fatti alla luce della sentenza Mannino”.

Poche battute raccolte dall’Agi scandiscono il tempo nella calda mattinata del tribunale di Catania. A porte chiuse, l’udienza disposta dal Gip Luigi Barone ha consentito il confronto tra accusa e difesa sui fatti contestati al presidente della Regione Raffaele Lombardo e al fratello Angelo, deputato dell’Mpa. Non si nega più l’esistenza dei contatti, ma adesso si punta l’attenzione sulla “qualificazione” penale dei fatti. In pratica, ammesso che Raffaele Lombardo abbia incontrato il boss Rosario Di Dio o Raffaele Bevilaqua, o altri, il Gip sta valutando con attenzione quale fattispecie di reato contestare, ma soprattutto quale fattispecie di reato potrebbe essere idonea a sostenere l’accusa in giudizio. E non è detto che l’ipotesi di concorso esterno -ammesso che il procedimento non sfocerà nell’archiviazione- possa essere idonea a sostenere l’accusa in giudizio, visto che secondo la sentenza Mannino, la Suprema Corte ha ribadito che “la promessa e l’impegno del politico di attivarsi, una volta eletto, a favore della cosca mafiosa” realizzano il reato di concorso esterno a Cosa Nostra, “a condizione che sia provato che tale patto elettorale politico-mafioso abbia prodotto risultati positivi, qualificabili in termini di reale rafforzamento o consolidamento dell’associazione mafiosa”.

Ecco perché si discute molto dell’ipotesi del voto di scambio politico mafioso relativo agli episodi elettorali che vanno dal 1999 sino alle europee del 2009. Restano fuori le politiche del 2008, per le quali i fratelli Lombardo sono imputati di corruzione elettorale, motivo per cui, in punta di diritto, il Gip sta valutando quali fatti restano fuori dalla scure del “ne bis in idem”, cioè dalla regola secondo cui nessuno può essere giudicato due volte per lo stesso fatto. E non è poco, visto che il 14 aprile 2008, non si sono svolte soltanto le elezioni politiche, ma anche le regionali, e i fratelli Lombardo sono imputati soltanto per le politiche. Ma per sostenere l’ipotesi di voto di scambio politico mafioso di cui all’art 416 ter è necessario dimostrare che c’è stato uno scambio di soldi che il politico ha dato ai mafiosi. Agli atti di Iblis c’è l’intercettazione del capomafia Vincenzo Aiello che sostiene di aver consegnato all’Mpa i fondi del pizzo di un centro commerciale per finanziare la campagna elettorale, e non il contrario.

L’ultima alternativa è la contestazione dell’aggravante dell’articolo 7, cioè di aver favorito la mafia, all’articolo 96 della legge elettorale, cioè la corruzione elettorale, ipotesi che vede i Lombardo già imputati per “aver determinato esponenti del clan Santapaola e Cappello…”ma senza aggravante mafiosa. Non è detta l’ultima parola, il Gip potrebbe sempre disporre l’archiviazione e l’appuntamento è fissato per il prossimo 12 marzo.


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