Il dito puntato contro l'estorsore:| "È lui, ma non l'ho fatto arrestare io" - Live Sicilia

Il dito puntato contro l’estorsore:| “È lui, ma non l’ho fatto arrestare io”

La testimonianza
di
5 min di lettura

“Signora, lei conosce il signor Randazzo?”. “Sì”. “È presente in quest’aula?”. “Sì”. “Ce lo può indicare?”. La donna, una commerciante di 51 anni, si volta, guarda alla sua sinistra e col dito indica l’imputato, seduto su una tribuna: “È lui”, Salvatore Randazzo, inteso “Razza tinta”, l’uomo che sarebbe andato a chiederle il pizzo. Un gesto importante, dall’alto valore simbolico, a cui, però, si giunge dopo una testimonianza travagliata, piena di tensione e anche di contraddizioni.

La donna era la titolare di una macelleria a Sferracavallo. L’attività è stata chiusa, da quando ha denunciato – era il 9 aprile 2010 – ha subito diversi danneggiamenti e i clienti non si sono fatti più vedere. L’aveva presa in gestione nel 2006 e, dopo un anno e mezzo, si sono fatti vedere Randazzo e un’altra persona. Ma, prima di tutto, la donna vuole fare una precisazione: “Sono stata accusata che ho fatto arrestare il signor Randazzo. Ma lui è solo venuto da me e abbiamo fatto un discorso. Siccome ci sono persone che parlano…”. La donna da quando si è presentata al commissariato San Lorenzo, dopo aver trovato le serrature della sua attività piene di colla attak, è diventata bersaglio della borgata. Che non l’ha lasciata sola neanche in questa occasione, dove da dietro i banchi bisbigliano, accennano risatine e si producono in colpi di tosse simulati.

L’esame del testimone è affidato al pm Amelia Luise che incontra non poche difficoltà. La donna è restìa a parlare. Racconta di una visita risalente al maggio del 2009 da parte di Randazzo e un’altra persona che, entrati in macelleria, sono andati a parlare col compagno nel retrobottega. La donna, però, era in grado di sentire tutto. “Ho sentito ‘dobbiamo campare tutti…’ e ho capito che c’era qualcosa che non andava. Mi dava fastidio questo tipo di discorso, ho pensato che venisse a chiedere soldi e, quindi, gli ho chiesto di andarsene. Il mio compagno ha concluso il discorso dicendo che ‘quannu u’ suli affaccia, affaccia pi tutti’. Non aveva capito il discorso”. Una versione diversa da quanto raccontato alla polizia. Nel verbale, infatti, la signora parla di un’offerta di carne per le ‘famiglie bisognose’ che sarebbe stata rifiutata da Randazzo. Un particolare che, più avanti nell’udienza, la signora confermerà, aggiungendo che qualche tempo prima si era fatta vedere quella persona che poi è tornata in compagnia di Randazzo. Aveva chiesto della carne per le famiglie dei carcerati e lei gliene ha dato un chilo. Per questo, vedendolo tornare, “mi sono insospettita”.

Ma il momento più teso è quando alla donna viene contestata una parte delle sue stesse dichiarazioni, quando ha riferito che i due, andando via, hanno annunciato la visita di un loro amico. “Ma quando mai signorina, che dice…” afferma la signora rivolta al pm, “la contesto a chi è che l’ha scritto” aggiunge. E insiste: “Io non l’ho mai detto, si sbagliano di grosso. Ho detto che ‘guadagno troppo poco per fare un’offerta’”. Continua la contestazione. “Lei ha sottoscritto che Randazzo ha detto: ‘Tutti devono campare’” spiega il pm. “Chi? – risponde la signora – Lo chiede a me, perché non lo chiede a lui”. Ancora: “I poliziotti hanno scritto il falso, me ne assumo la responsabilità” dice, anche se la firma in calce al verbale è proprio la sua. Nell’esame interviene anche il pm Anna Maria Picozzi che fa presente i rischi che la signora sta correndo, ritrattando le sue stesse dichiarazioni, avvicendata dal presidente del collegio che con pugno duro prende in mano la situazione. La donna ha una sola cosa in mente: “Il paese è pieno di questo discorso, è uscito sul giornale, c’era il mio nome”. Cerca di discolparsi anche perché gli occhi del pubblico sono tutti su di lei. E sono tutt’altro che sguardi di indulgenza.

Da questo momento, però, la parabola della testimone prende la curva buona. E spiega: “Noi credevamo che il discorso fosse riferito al ‘Mercatone’, una macelleria che aveva aperto da poco a duecento metri. Che quindi tutti dovevamo campare. Ma quello (Randazzo, ndr) diceva al mio compagno: ‘Vedi che qua c’è il mio amico che deve campare’. Questa frase mi ha indispettito, per questo sono intervenuta. Non mi piaceva, c’era qualcosa di losco. Poi ho detto al mio compagno: ‘Non facciamo che questi vengono a chiedere il pizzo?’. Quindi la stessa sera siamo andati al suo negozio (di Randazzo, ndr) una friggitoria nella piazza di Sferracavallo”. Randazzo li avrebbe rassicurati, letteralmente: “Un si preoccupasse, un succeri cchiù”. “Anch’io gliel’ho detto dalla macchina, ‘fammi la cortesia di non venire più, sennò ti denuncio”. Da quel momento in poi, ma quando Randazzo era già finito in carcere per altri motivi, comincia la via crucis dei danneggiamenti: colla attak, un incendio, il taglio dei cavi elettrici che alimentano la cella frigorifera e anche un furto. Quindi la scena, simbolica, tranchant, del dito puntato.

L’articolo potrebbe finire qui, ma c’è un dietro le quinte. La signora, distrutta dall’esperienza, siede nella panchina del tribunale. Si sfoga con i cronisti, parla dei suoi guai e di una situazione economica difficile da sanare. Al suo fianco uno dei rappresentanti del movimento antiracket che ipotizza un possibile accesso al fondo antiracket. Ma, giusto di fronte, c’è un gruppo di una decina di persone che non fanno altro che minacciarla, a viso aperto davanti a tutti. Non un solo rappresentante delle forze dell’ordine sta al fianco della signora che finisce per rimanere sola, mentre il compagno viene sentito dal tribunale che ha, però, deciso di farlo a porte chiuse, proprio a causa di quelle persone che, però, sono lì che guardano in cagnesco la donna. La presenza dello Stato, in questi casi, dovrebbe cominciare proprio da qui.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI