Ferrandelli, indagata | la rappresentante di lista - Live Sicilia

Ferrandelli, indagata | la rappresentante di lista

Il seggio dello Zen. Coinvolto il compagno
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La rappresentante di lista, nel gazebo del quartiere Zen, di Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie del centrosinistra per la candidatura a sindaco di Palermo, è indagata dalla procura palermitana per presunte attività illecite nello svolgimento delle elezioni di domenica scorsa.

I carabinieri hanno fatto accertamenti su Francesca Trapani, rappresentante di lista di Ferrandelli, per appurare se sia stata in possesso di certificati elettorali che sarebbero stati consegnati, assieme a un euro, alle persone che poi votavano nel seggio allestito in via Rocky Marciano, nel quartiere Zen. I carabinieri ieri hanno ascoltato gli scrutatori del seggio e sentiranno altre persone, compresi i rappresentanti di lista dei quattro candidati: Fabrizio Ferrandelli, Rita Borsellino, Davide Faraone e Antonella Monastra.

Ascoltando i primi testimoni i carabinieri avrebbero verbalizzato dei racconti da cui si evince che durante il voto vi era un clima di tensione e strane manovre con le schede elettorali. Secondo testimonianze la donna aveva decine di certificati elettorali nella propria auto che le erano stati consegnati dagli stessi elettori. Quando il cittadino si presentava da lei, la donna consegnava il certificato elettorale e anche l’euro per votare alle primarie. Qualcuno avrebbe anche visto alcune persone che dopo il voto restituivano il certificato alla stessa Trapani.

Indagato anche il compagno
Anche Maurizio Sulli, compagno della rappresentante di lista di Fabrizio Ferrandelli, è indagato come la moglie dalla procura palermitana per presunte attività illecite nello svolgimento delle elezioni di domenica scorsa. Dalla procura non vengono fuori notizie ufficiali né il reato per cui i due sono indagati. Secono indiscrezioni le accuse ipotizzate potrebbero essere minaccia, violenza privata e reato elettorale che però si configurerebbero solo in presenza di reali elezioni e non di primarie dei partiti. Agli indagati sarebbero stati sequestrati, oltre ai certificati elettorali di cittadini, anche deleghe per ritirare i certificati al comune. Il reato elettorale potrebbe configurarsi qualora gli indagati gestissero i certificati anche per il voto alle elezioni amministrative.


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