Rimborsi gonfiati: alla sbarra| cliniche, medici e manager - Live Sicilia

Rimborsi gonfiati: alla sbarra| cliniche, medici e manager

L'ipotesi è truffa al servizio sanitario
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Diciassette persone, fra manager di tre cliniche private e medici di Palermo, sono state rinviate a giudizio dal gip Giangaspare Camerini per una truffa da 1,2 milioni di euro ai danni del Servizio sanitario. L’inchiesta, condotta dal Nas e coordinata dal pm Amelia Luise e dall’aggiunto Leonardo Agueci, ha scoperto che le cure per i malati di tumore, tra il 2007 e il 2009, venivano pagate due volte dall’Ausl 6 alle cliniche private “La Maddalena”, “Latteri” e “Noto Pasqualino”.

Il servizio sanitario dava il rimborso due volte, prima per i ricoveri (che avrebbero dovuto includere gli esami specialistici) e successivamente un ulteriori rimborso per gli accertamenti diagnostici effettuati in strutture collegate alle cliniche.

Tra gli indagati ci sono anche due medici – che ufficialmente lavoravano in due ospedali pubblici, il Policlinico e Villa Sofia, percependo per questa ragione un’indennità aggiuntiva – che dirottavano pazienti alla Latteri e alla Noto, anche con la scusa che nelle strutture pubbliche non c’erano posti. In cambio i sanitari avrebbero ottenuto percentuali sui guadagni delle cliniche.

Il processo comincerà il prossimo 4 giugno davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo. Sul banco degli imputati ci saranno Guido Filosto, legale rappresentante della casa di cura La Maddalena Spa, Leone Filosto, Mauro Bellassai, Maria Teresa Latteri, Giuseppe Di Lisi, Vincenzo Scaletta, Maria Rosaria Valerio, Giovanni Gagliardo Di Carpinello, legale rappresentante della clinica Noto Pasqualino, Giovanni Sparacia, Giuseppe Antonio Iannello, Rossana Novelli, Salvatore Pastore, Luigi Cassata, Gioacchino Taormina, Maria Ciriminna, Ignazio Galizia e Giuseppe Ducato.

Imputate nel processo oltre a La Maddalena e alla clinica Noto anche la clinica Latteri. Gli ospedali Villa Sofia e Policlinico di Palermo si sono costituiti parte civile assieme all’assessorato regionale alla Salute.


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