Miccichè-Casini: sì al Pdl | Lombardo, idea Monterosso - Live Sicilia

Miccichè-Casini: sì al Pdl | Lombardo, idea Monterosso

Palermo 2012
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Udc e Grande Sud convergono sull’allargamento al Pdl della coalizione che sosterrà Massimo Costa alle amministrative del 6 maggio. Un’intesa suggellata oggi da un faccia a faccia a Montecitorio tra Pierferdinando Casini e Gianfranco Miccichè. Ma se il Pdl si avvicina al giovane ex presidente del Coni, Fli ed Mpa specularmente si allontanano. E si sussurra che Raffaele Lombardo stia già preparando un piano alternativo, pronto a lanciare nell’agone un altro nome, se il candidato del Terzo polo, come pare, finirà per abbracciare i berluscones. Un altro nome che secondo il si dice sussurrato nel Palazzo potrebbe essere quello di Patrizia Monterosso (nella foto), lady di ferro della burocrazia siciliana, già dirigente regionale oggi capo di gabinetto del governatore.

L’incontro romano tra Casini e Miccichè è stato raccontato da quest’ultimo in un’intervista all’Agi riportata integralmente sul sito del partito Grande Sud. “Abbiamo discusso di alleanze in vista delle prossime amministrative – ha raccontato Miccichè -. Abbiamo convenuto che è una follia fare vincere lo stomaco sul cervello e che sarebbe bene mettere da parte le negatività che hanno caratterizzato i rapporti tra alcuni esponenti dei rispettivi partiti per andare a vincere già al primo turno, convergendo tutti, Pdl compreso, sul nome di Costa”.

Insomma, come bene o male era già noto, Udc e Grande Sud lavorano per ripresentare a Palermo una riedizione del vecchio centrodestra, quello che portò per due volte a Palazzo delle Aquile Diego Cammarata, una coalizione larga in grado, secondo Micccihè, di vincere a primo turno, magari con la complicità di un centrosinistra dilaniato e scosso da scandali, polemiche e anatemi. I loro sforzi sembrano ormai a un passo dalla meta. Quanto al niet di Lombardo e dei finiani all’ingresso del Pdl, Miccichè invita a seppellire l’ascia di guerra: “Il Pdl – dice il leader di Grande Sud – si butti alle spalle le negatività accumulate con alcuni suoi ex amici e lo stesso facciano gli ex amici nei confronti del Pdl. Solo così si potrà riportare in Sicilia quella potenza che le forze alternative alla sinistra hanno saputo esprimere in passato”.

Miccichè si dice ottimista sull’esito della partita. Anche se oggi dai finiani siciliani sono arrivate parole tutt’altro che accomodanti sull’apertura di Massimo Costa ai berluscones. Da Briguglio a Granata e Lo Presti, i big del partito hanno ribadito il loro no (tanto che sottotraccia è tornata a circolare la voce di una possibile candidatura di Alessandro Aricò) al patto col Pdl, che invece guarda con grande interesse e speranza alla convergenza su Costa, che eviterebbe la candidatura di Francesco Cascio e la conta, col rischio di una sconfitta casalinga che Alfano vuole evitare a tutti i costi. I berluscones, insomma, sembrano più che propensi a montare sul carro di Costa, afferrando il salvagente in questo momento di maretta. E pare che anche ad Agrigento si cerchi di riprodurre qualcosa di simile, con una convergenza del Pdl sul candidato di Fli, Mpa e Grande Sud. Le decisioni, è ormai chiaro, si prenderanno a Roma. Dove si lavora alla creazione di quella “casa dei moderati” a trazione casiniana, che con spirito “montiano” vedrà al suo interno, con un ruolo di primissimo piano, anche le colombe pidielline capitanate da Alfano. Un contenitore neocentristra che potrebbe anche dialogare col Pd, se si archivierà la foto di Vasto, come già oggi alle amministrative siciliane il Terzo polo sta facendo nel Trapanese.

In mezzo, però, in Sicilia c’è Raffaele Lombardo. Il suo veto al Pdl su Costa fin qui è stato netto. Anche se oggi, l’uomo forte dell’Mpa palermitano, Francesco Musotto, ha definito praticabile il percorso di una convergenza col Pdl. Lombardo oggi è rimasto in silenzio sul punto. Dicono che il governatore  stia valutando la possibilità di puntare su Patrizia Monterosso, una voce che per tutta la giornata è riecheggiata tra i corridoi di Palazzo d’Orleans. Ipotesi concreta o solo tattica? Difficile dirlo, ancora. Di ceto c’è che gli sherpa dei partiti del vecchio centrodestra sono al lavoro per trovare una soluzione entro la settimana, mentre i rutelliani dell’Api sono tornati a spingere (fuori tempo massimo?) sul nome del professor Gianni Puglisi.


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