Terzo polo-Pdl-Micciché| Pronta l'alternativa a Costa? - Live Sicilia

Terzo polo-Pdl-Micciché| Pronta l’alternativa a Costa?

PALERMO. TORNA IN CAMPO L'IPOTESI DI UN TECNICO
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La giornata di oggi sembrava aver chiuso definitivamente i giochi in vista delle prossime comunali di Palermo. La conferenza stampa convocata stamane da Massimo Costa ha sancito l’apertura al Pdl, con un appello diretto ad Angelino Alfano e Francesco Cascio, e soprattutto scatenato la reazione di chi questa candidatura l’ha voluta, proposta e sponsorizzata fino a stasera, ovvero Fli e soprattutto il governatore Raffaele Lombardo.

Eppure, a distanza di parecchie ore, dai berlusconiani non è arrivata alcuna risposta ufficiale. Nessun commento di Alfano, nessuna presa di posizione che sancisca la chiusura dell’accordo che vedrebbe in coalizione anche Udc e Grande Sud. E così è cominciata a circolare una voce, nei corridoi del potere, che di ora in ora diventa sempre più forte. Una voce che vorrebbe il centrodestra e il Terzo polo pronti a mettere da parte Massimo Costa per puntare su un tecnico che metta tutti insieme e tutti d’accordo, su un modello di montiana memoria.

Fantapolitica? Forse, o forse no. D’altronde la mossa a sorpresa di Costa, che la mattina dopo aver chiuso l’accordo con il Terzo polo e Micciché ha aperto al Pdl, prendendo in contropiede Lombardo e i finiani, non è certo piaciuta nè all’Mpa nè a Fli. Briguglio ha parlato apertamente di mancanza di lealtà, di scorrettezza, a dimostrazione di un’irritazione nei confronti dell’ex presidente del Coni Sicilia che ha superato i limiti di guardia, passando sul piano personale, accompagnata anche dalla totale mancanza di fiducia verso l’enfant prodige.

Un’insofferenza che farebbe il paio con il timore di una possibile sconfitta il 7 maggio. La mancanza di un effetto-trascinamento delle liste carica sulle spalle del candidato tutto il peso della vittoria e, senza una coalizione allargata che garantisca il successo, tutto diventa un’incognita. Di qui il timore per il trio Pdl-Udc-Grande Sud di non conquistare Palazzo delle Aquile, con un Angelino Alfano che ha bisogno di una vittoria al primo turno per sedare i falchi interni al partito che ne minacciano la leadership. Dall’altro lato, Lombardo e Fini sanno perfettamente che una candidatura in solitaria non avrebbe nemmeno la minima possibilità di arrivare al ballottaggio e per Fli le comunali di Palermo rappresentano un test troppo importante per sopravvivere nel prossimo futuro e alle prossime politiche. Per non parlare del progetto di un grande partito dei moderati, di ispirazione democristiana, che morirebbe ancor prima di nascere.

Ecco allora la necessità di fare squadra, così come diceva il documento approvato ieri nella segreteria di Massimo Costa, anche per affrontare una situazione difficile come quella del comune di Palermo a rischio dissesto. Per il capoluogo siciliano potrebbe allora profilarsi una soluzione in stile “Monti”, ovvero un tecnico, una personalità super partes in grado di mettere insieme una coalizione magari eterogenea ma sicuramente larga, abbastanza da poter prendere decisioni anche impopolari per salvare il futuro di Palermo, che vada da Fli al Pdl passando per Mpa, Udc e Grande Sud.

E i nomi sul tappeto sarebbero tre. In pole position il rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla, che si era ritirato dalla corsa a causa dello spettro-primarie e che ha sempre chiesto una coalizione allargata per poter accettare la candidatura. Rettore che da qualche giorno, tramite Twitter, parla della necessità di “pacificare Palermo”, di “stagione del bene comune” e di “scelte coraggiose e rigorose”. Poi c’è l’ipotesi Patrizia Monterosso, corteggiata dal Pdl, secondo quanto rivelato dallo stesso Lombardo. E infine potrebbe tornare ina uge anche il nome di Gianni Puglisi, presidente della fondazione Banco di Sicilia, che aveva chiesto, anche lui, una coalizione allargata per candidarsi e il cui nome è stato ritirato in ballo qualche giorno fa da Rutelli.

Ma è anche possibile che tutto resti così com’è e che il Terzo polo si spacchi, con conseguenze a catena sia a Roma che a Palazzo dei Normanni e la nascita di un nuovo blocco politico Pdl-Udc-Micchiché. Una cosa sola, finora, appare certa: fino al momento della chiusura delle liste, in questa campagna elettorale non ci saranno certezze. Solo colpi di scena.


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