Il centrosinistra che non c'è - Live Sicilia

Il centrosinistra che non c’è

Palermo 2012, le primarie
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E dunque ci siamo lavati la coscienza. Primarie confermate, con un neo. Di chi è la colpa? Dello Zen, dei cattivi che ammorbano Palermo. Nelle altre zone della città, la democrazia zampilla purissima da ogni fontana pubblica. I cittadini la raccolgono a piene mani. I ragazzini imparano a conoscerla, appunto, da ragazzini. Nella civiltà palermitana operosa, il voto di scambio non esiste, la corruzione è una piaga debellata. Qui si vivrebbe con la coscienza civica di Stoccolma, se non ci fosse quel paesello periferico – chiamato “San Filippo Neri per nascondimento – a inquinare tutto, a spargere liquami su tutto: a cominciare dalle elezioni. Il nuovo sindaco dovrebbe recintare lo Zen con mura altissime e permettere l’ingresso e l’uscita a orari stabiliti. Del resto, si sa, più facile esportare la democrazia a Bagdad che allo Zen…

Scherziamo? Ovvio, masticando amaro e pensando alle sfilate di benpensanti che vivono in quartieri in cui c’è perfino l’acqua corrente, con una morale a doppiofondo, dipende quanto è il prezzo corrente dell’onestà sul mercato. E la deglutizione diventa più difficile se guardiamo i cocci dell’impresentabile centrosinistra siciliano. Questi dovrebbero mettere mano alla cazzuola e cominciare a fabbricare mattoni di speranza dalla mattina alla sera. Invece litigano. E non che non ci siano perfino ottime ragioni per litigare. Ma c’è anche una città che affonda, ma c’è soprattutto l’incapacità antica di una sintesi politica che le primarie hanno illuminato oltre ogni possibile dubbio. Bisogna scriverlo, sempre con la masticazione forzata: il centrosinistra palermitano non sarà mai classe dirigente, perciò merita il confino nel limbo dei perdenti imperituri.

Se non ci fosse un’indagine della Procura in atto, se avesse vinto un altro candidato, se, se, se, con ogni variabile possibile, saremmo lo stesso al punto in cui siamo. Nessuno voleva perdere. Tutti erano e sono disposti a sacrificare una prospettiva comune di azione per un vantaggio particolare. E’ il drammatico quadro che emerge dalla descrizione infuocata degli stessi garanti: “: Il Collegio non può però fare a meno di evidenziare che i partiti e le associazioni, che hanno concorso alle primarie 2012, avrebbero dovuto ottemperare a quegli adempimenti che essi stessi, in assoluta libertà e senza alcun vincolo normativo, avevano previsto nel Regolamento delle Primarie da tutti sottoscritto. Tutto ciò non ha sicuramente contribuito a realizzare quel clima di leale e costruttiva partecipazione tra partiti, associazioni e candidati che dovrebbe costituire l’essenza stessa delle primarie”.

Insomma, ci stanno spiegando che le primarie sono state un tradimento fin dall’inizio. Non una prova limpida, non il preambolo che occorre per edificare una svolta. Piuttosto, una sfida all’Ok Corral, una corsa nei sacchi per lo scettro. E siamo ancora ai primi round, a scorrere i comunicati. Forse il centrosinistra palermitano – in quanto a sintassi ateniese e senso di rispetto delle regole – potrebbe imparare qualcosa dallo Zen. Dai professori che allo Zen lottano ogni giorno. Dai bambini dello Zen che riescono a immaginare qualcosa di diverso – e glielo leggi negli occhi – prima dell’implacabile età adulta.


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