La radio alzata perché non si sentisse nulla all’esterno, la porta chiusa e la chiave posta sopra un armadio, le lenzuola sporche di sangue. È un’altra brutta storia che arriva dal ventre di Palermo e che ha portato alla condanna a 8 anni di carcere di un cittadino ghanese. L’accusa, rappresentata dal pm Fabiola Furnari, ne aveva chiesti sette.
Il condannato era una delle persone che viveva in casa con la famiglia della bambina che, all’epoca dei fatti, risalenti al luglio 2010, aveva quasi 14 anni. Un giorno, approfittando dell’assenza dei genitori, l’ha portata nella sua stanza dove ha consumato l’abuso. La ragazzina ha custodito il segreto per alcuni giorni prima di confidarsi ai propri genitori che hanno deciso di rivolgersi alla polizia. La visita medico-legale ha dato conferma di quanto accaduto, poi il resto è venuto da consulente tecnico del tribunale. La ragazzina manifestava i tipici sintomi da abuso, la paura verso gli adulti, un senso di cambiamento e, durante l’analisi, cercava di deviare il racconto su altro.