Troppo spesso il carcere non rieduca. Specie quando si tratta dei mafiosi. I soliti noti li abbiamo chiamati in un’inchiesta del mensile S in edicola. Tutta gente che ha finito di scontare la propria pena e, una volta tornata in libertà, ha ripreso il filo, mai interrotto, degli affari illeciti. Affari di mafia, pizzo e droga. Lo spunto dell’indagine è stato l’arresto, lo scorso dicembre, di Giulio Caporrimo, reggente del mandamento di San Lorenzo. Fedelissimo dei Lo Piccolo, Caporrimo è rimasto sette anni in galera. Non gli sono bastati per riflettere e decidere di cambiare vita. In cella ha scelto il silenzio e una volta fuori gli sono toccati i gradi di capo. Come lui altre decine di persone.
Abbiamo passato in rassegna le ultime operazioni di polizia e carabinieri. Ne è venuta fuori una radiografia sconfortante. Sono una cinquantina i boss già condannati e arrestati di nuovo. Dai fratelli Corso di Santa Maria di Gesù a Benedetto Capizzi di Villagrazia, da Cesare Lupo di Brancaccio a Michele Armanno di Pagliarelli, a Calogero Lo Presti e Tommaso Di Giovanni di Porta Nova. La mafia della provincia non sfugge alla regola. I Melodia di Alcamo e i Ppitone di Torretta sono la conferma che vale sempre la regola di Cosa nostra: dall’organizzazione mafiosa si esce solo da morti. Oppure diventando collaboratori di giustizia.
Il fallimento del sistema rieducativo penitenziario non riguarda solo i reati di mafia
La Magistratura di Sorveglianza ( e non solo ) spesso agisce cervelloticamente SOLO perchè è consapevole di essere l’ unica “casta” che NON risponde civilmente dei propri errori
Angelo IZZO, l’ ex ( ma mica tanto ) “mostro del Circeo già condannato all’ ergastolo dal quale poi evase per commettere rapine ed altri reati, venne poi giudicato REDENTO dalla Magistratura di Sorveglianza e rimessoin libertà ed inserito con il ruolo ( udite, udite ) di “Assistente Sociale ( nella sua “è quipe “operavano anche giovani ex rapinatori ed altre tipologia di delinquenti
Bene, pochi mesi dopo la sua liberazione, l’ Izzo uccise ( con la complicità di altrei 2 REDENTI, una madre di 40 anni e la di leifiglia di 14 ( quest’ultima venne pure violentata sessualmente negli spasimi dell’ agonia )
A Torino invece venne liberato dal Magistrato di Sorveglianza l’ ex ( si fa per dire ) “Mostro di Genova” certo Minghella il quale scontava l’ “Ergastolo per ucciso ( dopo averle TORTURATE ) due ragazze
Bene , dopo che la Magistratura di Sorveglianza ne decise la liberazione uccise alltr OTTO donne ( cinque in più di quando non possedeva ancora l’ l’ “Imprimatur” di REDENTO conferitogli dalla Magistratura
Bene, qualcuno mi sa spiegare perche NESSUNO dovrebbe risarcire civilmente i parenti delle vittime assassinate da questidue “mostri” GRAZIE alle cervellotiche ed ERRONEE decisioni di queste Magistrature di Sorveglianza ?
Chi pagherà per queste VITTIME dell’ operato della MAGISTRATURA ?
Hannu facci bellii!!
ma perchè questa gentaglia e feccia della società quando esce dal carcere non la si manda lontano dalla città o paesi dove vivono assieme a tutti i familiari per sempre !!