Miccoli il mohicano| e quell'arbitro "disattento"... - Live Sicilia

Miccoli il mohicano| e quell’arbitro “disattento”…

LA PARTITA VISTA DA DESTRA
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Miccoli il mohicano ci ha provato a vincere la partita da solo: fenomenale il suo colpo di biliardo col sinistro al 30′ del primo tempo. Il resto dell’attacco – Hernandez prima e Ilicic dopo, irritante per la sua mollezza – infatti lo ha letteralmente abbandonato a se stesso. Specie nel secondo tempo, in cui pure tutta la squadra ha avuto un calo vistoso, fisico e mentale, regalando all’Udinese il pallino del gioco e del centrocampo. Il gladiatore Migliaccio ha giocato con una infiltrazione, Barreto corre, si danna e recupera a scapito della qualità, mentre Donati, oggi ispirato, alla distanza è l’unico che possa dettare i tempi ai rosanero. Balzaretti domina la sua fascia mentre tutto sommato non sono male i tre centrali Labrin-Milanovic-Mantovani, con quest’ultimo che perdendo palla al limite dell’area ha la responsabilità del pareggio bianconero.

E d’altronde, che fosse giornata storta lo avevo capito anche dal contesto. Il clima è uggioso, altro che primavera. Piove alla “assuppa viddani” da circa tre ore. Il campo sembra perfetto, in realtà è lento. Ma – mi chiedo dopo i primi venti 20 minuti e le scivolate dei rosanero – a che serve il riscaldamento se non sono neanche in grado di scegliere la scarpa giusta, con i tacchetti più adatti? Ma andiamo avanti…

Un pensiero – tra una chiacchiera con Roberto Helg e un sigaro con Sagramola – lo devo dedicare all’arbitro, il signor D’Amato di Barletta. E’ riuscito a far terminare il match ad un giocatore dell’Udinese, Eckstrand, che tra evidenti tocchi di mano e falli violenti (uno spaccagambe su Miccoli non sanzionato e uno su Pisano davanti ad un attonito Guidolin) meritava di andare negli spogliatoi dopo 50 minuti. Degni collaboratori i due guardalinee, altrettanto disattenti.

Peccato, perché nel secondo tempo la squadra, pur subendo eccessivamente, era riuscita ad applicare il verbo del placido Lino Mutti: abbassare il ritmo, quasi addormentarlo. Purtroppo la sveglia – ma per l’Udinese, mentre i nostri (tranne Miccoli) hanno continuato a sonnecchiare – l’ha data la tifoseria rosanero. Sì, proprio così. Tutto lo stadio è saltato in aria per un “trono” bestiale fatto scoppiare dalla Nord. Sembrava una bomba. Chiudo dicendo che è minuto di silenzio – totale – in onore dell’ennesimo militare italiano caduto in Afghanistan è commuovente, emozionante, partecipato. Di fronte a queste tragedie il calcio, è pur sempre un dannato, fottutissimo, bellisimo, gioco. E basta.


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