Una famiglia unita e dedita al lavoro - Live Sicilia

Una famiglia unita e dedita al lavoro

La tragedia di Gela
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Una famiglia unita, dedita al lavoro, che aveva raccolto l’eredità morale lasciata dal capofamiglia, Giuseppe, quella di Nunzia, la donna di Gela suicida perché l’Inps le ha ridotto la pensione del 25%. La donna era casalinga. Il marito, Giuseppe, morto poco più di un anno fa a 82 anni, era originario di Butera (Agrigento) e aveva lavorato fino alla collocazione a riposo con una cooperativa di giardinaggio che curava la manutenzione del verde pubblico nel quartiere di Macchitella, quando il villaggio era di proprietà dell’Eni. Con i suoi risparmi aveva realizzato una palazzina di tre piani nei quali alloggiano due delle tre figlie femmine (una fa l’infermiera, l’altra conduce un panificio) e il maschio (titolare di una pizzeria), nati dal loro matrimonio. La terza femmina, moglie di un carabiniere, vive col marito in provincia di Agrigento. I due anziani si erano riservati il pianoterra perché lei, Nunzia, non era in grado di salire le scale, per lo schiacciamento di tre vertebre che la costringeva a portare un busto rigido. Ma nel momento del suicidio ha trovato la forza di salire fin sul terrazzo, sporgersi dal parapetto all’angolo del fabbricato e gettarsi da 12 metri.


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