Ferrandelli: "Cultura, no alla cricca" - Live Sicilia

Ferrandelli: “Cultura, no alla cricca”

Botta e risposta alla polemica sugli "intellettuali" che prendono posizione nel dibattito politico a favore di Orlando. Interviene Ferrandelli e attacca Alfio Scuderi. Ma anche il movimento "Un'altra storia", spaccato fra l'appoggio al professore e al suo ex delfino.
Palermo 2012. E Un'Altra Storia attacca
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Lui non andrà. Fabrizio Ferrandelli decide di giocare il ruolo del “guastafeste” e sceglie di non partecipare al confronto tra i candidati sindaco organizzato oggi al Teatro Montevergini. E il motivo della sua “presa di posizione”, ha un nome e cognome. Sebbene non ce ne sia traccia in una nota fa circolare nel pomeriggio.

L’obiettivo degli strali di Ferrandelli è Alfio Scuderi, da anni responsabile artistico del Festino, e descritto dal candidato sindaco del centrosinistra come un comeponente di una sorta di “casta” della cultura palermitana: “In questi anni troppe volte la cultura a Palermo – dice Ferrandelli – è stata ridotta ad un grumo di interessi da spartire fra pochi amici: sempre le stesse facce che prima erano con Orlando e poi sono passate con Cammarata. Oggi questi ‘amici’ tentano di riciclarsi ancora una volta organizzando un incontro al Montevergini. Non sono certo uno che si sottrae al confronto, – aggiunge – per questo sono stato combattuto fino all’ultimo, ma ho deciso che io non ci sarò: preferisco parlare con la maggioranza degli operatori, quelli che in questi anni sono stati lasciati dietro la porta perché non facevano parte della cricca”.

Ecco, la cricca, più che la casta. In grado di tener fuori tutti quelli che al gruppo non appartengono: “La cultura – aggiunge Ferrandelli – deve diffondersi attraverso bandi e finanziamenti trasparenti, deve offrire luoghi e occasioni a chi davvero ne ha il merito e non soltanto ad un ristretto gruppo di amici. Gli stessi amici che si sono impadroniti del Festino, trasformando in un ‘festino’ da spartirsi ogni anno, che hanno goduto di aiuti, strutture e finanziamenti che ad altri sono stati negati senza neanche una spiegazione. Sia chiaro – prosegue Ferrandelli – in questi anni di palude culturale il Teatro Montevergini ha rappresentato comunque un punto di riferimento importante per la città ed ha ospitato eventi e incontri di primo piano. C’è tanta gente che lì ha lavorato bene e che dovrà continuare a farlo. Ma negli stessi anni, mentre il resto delle strutture arrancavano o affondavano, il Montevergini ha goduto di un trattamento fin troppo particolare. E nel 2008, mentre qualcuno giocava a tennis e qualcun altro stava comodamente seduto nella sua segreteria dorata alla Camera, io ero in mezzo ai palermitani, ero con gli operatori culturali della città ad occupare i Cantieri della Zisa. È da lì – conclude –  che dobbiamo ripartire, voglio confrontarmi con chi in questi anni ha difeso la cultura in città, con gli operatori del Biondo e del Massimo, con i tanti ‘coraggiosi’ che hanno resistito investendo di tasca loro. Dobbiamo fare rinascere quei Cantieri che sono stati un simbolo di speranza, ma chi finora ha governato non ha saputo dare continuità a quell’esperienza”.

Insomma, riecco la cultura e gli “intellettuali” irrompere nella campagna elettorale palermitana. Tutti fatti e personaggi ricorrenti, che si muovono spesso all’interno di quel triangolo Cammarata-Orlando-Ferrandelli, che ha un forte significato simbolico e temporale. Così, negli stessi minuti in cui Ferrandelli si scagliava contro la cricca della cultura che fu vicina a Orlando e poi a Cammarata, ecco una nota ufficiale del movimento Un’Altra Storia, che ribadisce il proprio sostegno al “professore”, nonostante una parte di quello stesso movimento abbia deciso di appoggiare “il delfino”.

E nel documento, che segue quello dei 21 firmatari dell’appello a Orlando, ecco nuove frecciate al vincitore delle primarie del centrosinistra, Fabrizio Ferrandelli: “Il movimento Un’altra Storia – si legge nella nota – si è impegnato sin dall’inizio nel lungo e faticoso percorso di costruzione delle primarie per l’unità del centrosinistra palermitano e ha ritenuto che Rita Borsellino fosse un forte e credibile riferimento in grado di catalizzare i consensi del ‘popolo’ del centrosinistra e ridare vigore all’entusiasmo e alla passione per il bene comune. Una parte significativa della politica partitica, – prosegue il documento – attraverso alleanze trasversali più o meno palesate, non ha consentito che ciò si realizzasse”.

E il riferimento, ovviamente, va alle primarie: “Ai gazebo – va avanti la nota di Un’Altra storia – si è assistito a scene che non si pensava si potessero svolgere in una competizione per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra (raccolta di schede elettorali, controllo del voto, ricognizione delle ricevute di pagamento per la dovuta ricompensa, brogli vari). Ma l’aspetto più triste è la percezione chiara del diffondersi di modalità di cattura del consenso, sulla base dello scambio, delle clientele, dei ricatti, modi che il nostro movimento non può che ripudiare con determinazione. Un’altra storia subito dopo lo svolgimento delle primarie – prosegue la lettera – si è spesa sino all’ultimo perché si potesse giungere ad una nuova candidatura unitaria del centro sinistra che fosse in grado di raccogliere i consensi in un unico progetto condiviso. Ma ciò è stato osteggiato e la responsabilità principale ricade sul Pd provinciale che non ha ritenuto opportuno convocare gli organismi dirigenti e dare l’assenso all’annullamento delle primarie”.

Così, ecco l’avvento del sindaco della Primavera: “La coraggiosa decisione di Orlando ci porta a individuare l’appoggio alla sua candidatura come l’unica scelta ragionevole e possibile per continuare a coltivare un progetto di partecipazione di cittadini alla vita pubblica, sperare in un cambiamento reale di Palermo, costruire una autentica alternativa”. Ma intanto, il solco tra i candidati di quel centrosinistra che deve “costruire” l’alternativa al centrodestra e deve far dimenticare  Cammarata, si fa ogni giorno più profondo.


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