Appasquetta - Live Sicilia

Appasquetta

Racconto surreale sulla Pasquetta dei palermitani e sugli strani personaggi che si possono incontrare "nelle occasioni mangerecce".

“M’appasquetta?”

“Ggiò vieni accefalù! Io mi ho pure comprati i sandali nuovi, quelli di seicentoeuri con le pietre nel tacco.”

“Io ci ho i piedi bianchi ancora. Se mi metto le scarpe chiuse collazzeppa? Tanto siamo in campagna…”

Più che mai, nelle occasioni mangerecce, possiamo apprezzare queste creature meravigliose. Quelle che si presentano con i capelli fatti dal parrucchiere e poi stanno sopravento rispetto alla brace e siccome hanno il lucidalabbra di scianél non mangiano e non bevono. Quelle che sfoggiano cu’ cavuru lo stivale con tacco quindici e bene che vada indossano magliettine di gruppi rock di cui però non conoscono nemmeno una canzone, male che vada sono vestite da sera.

Queste adorabili galline presenziano sempre ai randèz vous a gruppi di tre o quattro, in quanto amiche della fidanzata di, o peggio, reclutate all’ultimo minuto la sera prima per fare colore dal maniaco della comitiva. Rifiutano con orrore qualsiasi alimento differente dall’insalata, che la salsiccia è cafona e loro tutto vogliono meno che sembrare tasce, cosa che nella loro fragile psiche si rischia mangiando roba che non sia di moda in quel momento. Per cui ti dicono: “Uuuuh! Siii la scampagnatiu! La salsicciuuu!!” e poi si portano da casa il tabulè.

Però verso le quattro, quando gli altri si distraggono lasciando il tavolo, assalgono i vassoi di carne di crasto come se non ci fosse un domani. Il resto della compagnia viene palesemente snobbato a parte il momento delle fotografie (in alcuni casi questo momento può durare anche tutto il giorno). Cioè loro si degnano di rivolgere la parola solo al maschio che le attrae ed al padrone di casa, che poi se le due figure coincidono è pure meglio, fanno metà della fatica e parri cu idde raggiungono il doppio del risultato.

Comunque non temete, vi sapranno dire in ordine alfabetico i nomi e cognomi di tutti i presenti perché di base sono delle gran curtigghiare. Perché nella loro perversione “l’altro” è il contorno della foto, serve solo a dire “ero con” anche se non si sono rivolti la parola perché mentre loro curtigghiavano sotto il pino tutti gli altri si divertivano ad un miglio nautico di distanza. Per lo stesso motivo il servizio fotografico di pasquetta è un’occasione d’oro per dimostrare al mondo quanto siano ben integrate in società, così chi non c’era può vedere quanto fossero fighe, divertite ed apprezzare il loro abbigliamento stiloso. E quando non sfilano sui trampoli, stanno tra di loro appollaiate in un angolo con gli occhialoni scuri e tra uno sbuffo di noia e l’altro si fotografano a vicenda le espressioni a culo di gallina o, come dicono in America Duckface, ma forse in italiano rende di più.

Infatti una volta a casa, lontane da sguardi giudicatori, con la tuta bucata, le pantofole fituse e la pinza in testa si danno al rutto libero mentre le postano su facebook, peraltro inserendo didascalie inverosimili tipo “a pasquetta troppo divertimento”. Troppo veramente. E mettiti la mano davanti la bocca quando sbadigli, che ti abbiamo visto le tonsille.


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