Da Roma nessuna notizia| Gesip, il grande bluff - Live Sicilia

Da Roma nessuna notizia| Gesip, il grande bluff

Al termine di una giornata convulsa e condita di qualche mistero, da Roma non arriva ancora il tanto annunciato ok alla proroga. Domani sarà l'ultimo giorno di contratto con il comune. E dallo staff del sottosegretario Catricalà precisano: "Non ha partecipato ad alcun vertice per la Gesip oggi, non è competenza sua".
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L’odissea Gesip si tinge sempre più di giallo. Che qualcosa non andasse, nella vicenda che riguarda la società partecipata del comune di Palermo, a cui domani scade l’ultima proroga, lo si era già capito ieri sera quando Palazzo d’Orleans, poco dopo le nove, ha diramato un comunicato stampa intitolato “precisazione su incontro Lombardo-Latella”. Meno di una decina di righe per puntualizzare che l’incontro fra il governatore e il commissario del comune sarebbe avvenuto solo dopo “che saranno assunte le determinazioni da parte del sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Protezione civile”, destinatari della richiesta di proroga dell’ordinanza dello scorso anno.

E che qualcosa effettivamente non quadri lo conferma il fatto che, al termine di una lunga giornata, fatta di incontri e videoconferenze tra Roma e Palermo, sia giunta la notizia, pesante come un macigno, che è tutto rimandato alla prossima settimana. Forse giovedì. Questo nonostante il governatore avesse annunciato una soluzione a portata di mano e avesse rassicurato personalmente i lavoratori in sit in a piazza Indipendenza, e nonostante il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, intervistato oggi da Livesicilia, avesse assicurato che “i dipendenti di Gesip non perderanno nemmeno un giorno di lavoro. E il merito è tutto del governo, che ha salvato centinaia di persone. C’è un accordo con il sottosegretario Catricalà. Si devono solo far viaggiare le carte”.

Peccato che, di tutto questo, Catricalà fosse all’oscuro. Contattato dalla nostra redazione, lo staff del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ha infatti smentito la partecipazione dell’ex presidente dell’Antitrust ad alcun vertice su Gesip svoltosi in giornata, rimandando tutto a Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, cui spetterebbe la competenza su detta materia. Un mistero nel mistero, che rende ancora più complicata una giornata che di certo non è stata serena. Ma partiamo dall’inizio.

Come dicevamo, la nota di Palazzo d’Orleans aveva fatto subodorare che qualcosa non andasse. Quasi una presa di distanza del commissario Latella, che evidentemente non voleva fare annunci trionfalistici senza avere certezze da parte di Roma sulla proroga per due mesi dell’ordinanza di Protezione civile, che costerebbe alla Regione dieci milioni attinti dalla premialità assegnata dal Cipe. In mattinata si è svolto un primo incontro con i sindacati, o almeno una parte di essi: Cisas, Usb, Fiadel e Asia. Un summit a cui ha partecipato il governatore, il quale ha spiegato che i due mesi di proroga sarebbero impiegati per la riorganizzazione dell’azienda e la riqualificazione del personale, mentre sarà presto istituito un tavolo tecnico permanente Comune-Regione per pianificare una via d’uscita al problema delle società partecipate. Incontro che ha fatto andare su tutte le furie i sindacati esclusi, che hanno stigmatizzato “l’atteggiamento tenuto dalla Presidenza della Regione” con sigle definite “di comodo”.  Il Segretario Generale della UilTuCS Uil Sicilia Pietro La Torre ha evidenziato come “il tavolo separato da talune organizzazioni, non solo per noi non è un problema, ma sancisce una diversità di cui andiamo evidentemente fieri. Lo stesso fotografa le profonde differenze ed approcci relazionali nei confronti della vertenza e della sua soluzione, gli estremismi di ogni tipo che abbiamo registrato nel corso della vertenza non ci appartengono e li lasciamo volentieri ad altri, preferendo al protagonismo becero e sfrenato la soluzione dei problemi”. “Di comodo o non di comodo, abbiamo portato un risultato dando una piccola continuità essenziale per sopravvivere”, ha risposto Totò Spatola della Cisas, cui ha fatto eco Salvo Barone di Asia: “Dichirazioni che non meritano alcuna risposta. Non è la prima volta che la Uiltucs nella persona del signor La Torre assume atteggiamenti discriminatori su altre sigle sindacali, utilizzando una terminologia lontana anni luce dal corretto confronto. Comportamenti per i quali è già stato condannato dalla giustizia. Anche noi ci attiveremo attraverso  nostri legali affinché si possa avere giustizia davanti a simili comportamenti”. Una guerra fra sindacati, insomma, poi in parte rientrata con un secondo incontro accordato alle sigle precedentemente escluse, a cui però ha partecipato Cianciolo e non il governatore.

Nel frattempo, a Roma nella sede della Protezione civile si svolgeva un vertice a cui partecipava anche il commissario Luisa Latella, volata in tutta fretta questa mattina nella capitale dopo una convocazione urgente, e in videoconferenza lo staff della Presidenza della Regione siciliana per parlare anche di Gesip. A Palermo, invece, Lombardo scendeva in piazza fra i lavoratori per rassicurarli sul proprio futuro.

Ma, con il passare delle ore, la speranza di una risposta positiva da Roma si è andata affievolendo sempre più, fino alla serata. Non c’è più tempo, anche se, secondo alcune voci, si tratterebbe solo di un problema procedurale. Sta di fatto, però, che domani per la Gesip sarà l’ultimo giorno. Da domenica, secondo quanto ha scritto proprio il comune ieri, la società sarà senza contratto e a rischio ci sono servizi essenziali per la città come, per esempio, quello del cimitero dei Rotoli. Le strade, a questo punto, potrebbero essere due: una proroga, prevista dal contratto di servizio, per evitare l’interruzione delle attività che però necessiterebbe di ulteriori fondi che al momento non ci sono; oppure ferie forzate per tutti, con lsu e volontari a tappare i buchi rimasti.

Ma anche se arrivassero i soldi della Protezione civile, resta una pesante incognita sul futuro della partecipata. Come hanno sottolineato più volte i sindacati, infatti, i dieci milioni non risolverebbero il problema – “Bisogna trovare altre risorse per una proroga fino a dicembre, il tempo necessario per avviare un piano serio senza l’assillo e la strumentalizzazione elettorale”, dice Mimma Calabro’, segretario Fisascat Cisl – visto che in tutto questo manca ancora il piano di riorganizzazione delle partecipate, mai approntato dal comune. Come peraltro polemicamente sottolineato più volte da Lombardo, Savona e la Monterosso, a cui però la Latella finora non ha risposto. Anche se pretendere da un commissario di fare in pochi giorni quello che un’amministrazione politica non è riuscita a fare negli ultimi mesi appare assai arduo.

AGGIORNAMENTO
Tutti i dipendenti sono stati messi in ferie forzate sino al 29 aprile.


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