Dateci una città normale | (cominciando dall'aiuola sotto casa) - Live Sicilia

Dateci una città normale | (cominciando dall’aiuola sotto casa)

Una città normale. In fondo è più facile a dirsi che a farsi. Ma immaginiamola, per un attimo, questa Palermo diversa e appunto "normale". Da dove cominciare? Forse dalla strofa di una canzone.
Palermo 2012. Lo speciale
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Ho scoperto di avere una cugina candidata al consiglio comunale, amici, che fino a ieri non sapevano neanche chi fosse il Presidente della Repubblica, candidati alla circoscrizione. In questo periodo tutti mi vogliono un gran bene e sono interessatissimi al mio fututro. A tratti mi commuovo. Vogliono tutti il mio voto.

Speravo che Palermo avesse imparato la lezione. Speravo che questo appuntamento elettorale fosse preso in seria considerazione sia dalle istituzioni che dalla cittadinanza. Non volevo ritrovarmi con decine di fac simile fra le mani, per ridere. Non volevo che si trattasse di un concorso per entrare al Comune. Speravo che il baratro in cui versano i conti pubblici, a causa dell’ultima amministrazione Cammarata, non fosse più un’entità astratta di cui ci si indigna solo davanti ad un caffé. Pensavo che l’emergenza economica vissuta a livello nazionale “contagiasse” anche la realtà locale. Speravo in una presa di coscienza collettiva che ci unisse nel salvare la città, che ci responsabilizzasse tutti quanti.

Spero che in questa folla di candidati ce ne sia almeno uno che sia in grado di fare cose semplici: chi sarà in grado di mettere a posto l’aiuola davanti casa mia, che ormai è una discarica (avete notato, cari candidati, che ogni angolo di Palermo ha questa tendenza?), avrà il mio voto. Forza sotto a chi tocca, chi sarà il più veloce?

Vorrei una città normale! Normalissima città d’arte, mediamente pulita, mediamente civile, mediamente all’avanguardia. Vorrei una città libera di sognare prima, e di diventare al di sopra delle aspettative, poi. Vorrei che fossero date a tutti i cittadini e a Palermo le stesse possibilità di movimento e di realizzazione. Che qualcuno ci insegni a rispettare la “res publica”. Che qualcuno ci insegni ad avere rispetto per noi stessi.

“Ti offenderesti se qualcuno ti chiamasse un tentativo?” Così cantano De André e De Gregori in “Oceano”. Dateci la possibilità di tentare.

*Laureata in relazioni pubbliche e pubblicità


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