Esperar... - Live Sicilia

Esperar…

Espero è un verbo spagnolo. Vuol dire insieme: aspettare e sperare. Perfetto per Palermo.
Palermo 2012. Lo speciale
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2 min di lettura

Le prossime elezioni comunali si avvicinano. Il 6 e il 7 maggio. Non il 7 e l’8, per fortuna, ché già ci sono fin troppi elementi da farsa in questa campagna elettorale e l’assonanza con il titolo di un film comico ci è stata risparmiata. Ho deciso per chi votare. Quello che desidero per questa città credo di saperlo e spero che qualcuno si impegni per realizzare almeno una piccola parte dei miei sogni per Palermo: che poi sono sogni piccoli piccoli, come quello di vivere in una città (quasi) normale. Le mie idee e i miei sogni vanno da una parte e spero anche che ci vada chi ho deciso di votare.

Già, la speranza…sempre più difficile da coltivare. In spagnolo esiste un solo verbo per dire aspettare e sperare. Espero vuol dire quindi aspetto e spero allo stesso tempo. Quindi io, in vista di queste elezioni, espero. Espero che il criterio della competenza sia quello con cui verranno scelti gli assessori. Voglio dire, se ti devi occupare di scuola – tanto per fare un esempio – che tu ne capisca qualcosa mi sembra un prerequisito imprescindibile. Pare una banalità, ma da queste parti non lo è mai tanto.

Espero che il nuovo sindaco si metta prima le mani nei capelli, e poi le usi per rimboccarsi le maniche e lavorare senza sosta per risolvere i problemi di questa città, ma soprattutto per fermarne la deriva, la decadenza che molti ormai ritengono inesorabile. Espero insomma che il nuovo sindaco sia in grado di far uscire la città e i suoi abitanti dalla melmosa sensazione che niente possa cambiare, che tutto sia destinato a ripetersi secondo lo stesso copione, solo ogni volta un po’ più tragicamente.

Espero che, nel giro di qualche anno, grazie al contributo del nuovo sindaco, si possa smettere di parlare di munnizza, ellesseù, cassonetti rovesciati, per parlare di mare, di cultura, di sviluppo. Un sindaco – anche bravissimo – non basta per fare tutto questo e io quindi espero che questo sindaco sia in grado di alzare la voce con quelli del governo regionale e con quelli di Roma se non lo aiutano.

Espero infine – concedetemi una breve ricaduta nella mia ossessione – che il nuovo sindaco abbia a cuore il destino della scuola: che si occupi dell’edilizia scolastica e che faccia in modo che anche questo diventi un problema del passato come la munnizza; che favorisca tutte quelle iniziative che consentano ai ragazzi che studiano di avere spazi per incontrarsi, per crescere, per imparare a cambiare il mondo. Perché io espero da molto tempo e non ho ancora smesso: ma soprattutto mi ostino ad insegnare ai malcapitati ragazzi che sono miei alunni che esperar è un esercizio necessario: saper attendere fa sembrare più bello un sogno una volta che si realizza.

*Insegnante


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