La sfida di Orlando|e il fattore Grillo - Live Sicilia

La sfida di Orlando|e il fattore Grillo

La fiumana di gente che domenica pomeriggio è accorsa a piazza Croci a sentire gli sfoghi di Beppe Grillo è un dato che si impone all'attenzione degli osservatori in questa campagna elettorale. I più attenti e previdenti avevano già messo in conto che lo spirito dei tempi poteva spingere i grillini e il loro misconosciuto candidato verso un risultato significativo a Palermo. Risultato che potrebbe far male agli altri candidati, specie a Leoluca Orlando.
Palermo 2012
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La fiumana di gente che domenica pomeriggio è accorsa a piazza Croci a sentire gli sfoghi di Beppe Grillo, tra coretti di vaffanculo e sproloqui sulla mafia, è un dato che si impone all’attenzione degli osservatori in questa campagna elettorale. I più attenti e previdenti avevano già messo in conto che lo spirito dei tempi poteva spingere i grillini e il loro misconosciuto candidato verso un risultato significativo a Palermo. Domenica, anche i più distratti, si sono dovuti accorgere dell’appeal del Movimento 5 Stelle e del fascino che il populismo arrabbiato del suo leader esercitano su un elettorato sempre più lontano dai partiti “tradizionali”.

Con i tempi che corrono, insomma, e tanto più con la nuova legge elettorale, il candidato dei grillini Riccardo Nuti, “rischia” di fare il pieno alle urne. Gli altri competitor lo sanno, e da un pezzo lo vanno ripetendo a taccuini chiusi: occhio ai grillini. E se qualcuno alla fine guarda al possibile exploit del 5 stelle quasi con compiacimento, c’è invece chi potrebbe farsi male se i seguaci del Grillo parlante sfondassero. E quel qualcuno è principalmente Leoluca Orlando. Il Professore sta portando avanti una campagna elettorale in solitaria, un one man show contro tutti, alla ricerca di un risultato clamoroso ma non impossibile: staccare da solo il biglietto per il ballottaggio battendo i giovani spinti dai vecchi partiti.

Una sfida impari quella di Orlando, ma che gli umori della città lasciano pensare sia tutt’altro che persa. Certo, l’ex sindaco, spinto da liste che sulla carta non appaiono irresistibili, dovrebbe raccogliere una percentuale di voto disgiunto clamorosa per riuscire nell’impresa. Un compito arduo ma alla sua portata. Orlando a differenza degli altri candidati ha un rapporto personale con la città e ha impostato la sua campagna sul valore dell’esperienza e dell’affidabilità, che lo caratterizza in una competizione in cui tutti gli altri candidati si sforzano di apparire “nuovi”. Tra tanto nuovo, il Professore offre invece sul mercato del voto l’opzione dell’usato sicuro, e per le strade di Palermo in questi giorni in tanti hanno percepito che la sua proposta raccoglie un seguito significativo. Lo testimoniano gli attacchi quotidiani dei competitor, che guardano al sindaco del precariato come una minaccia ingombrante. Fabrizio Ferrandelli sembra soffrire più degli altri di questo nervosismo e nei giorni scorsi è arrivato persino a dare dello sciacallo a Orlando, trasmettendo un’immagine tutt’altro che serena e sicura di sé.

Ma nella immane scalata sulle scivolose pareti del voto disgiunto, Orlando rischia di inciampare proprio sui grillini. Che attingono al suo serbatoio, quello del voto d’opinione, fuori da apparati e intruppamenti vari. Certo, i due elettorati non sono sovrapponibili e tra i sostenitori di Grillo ci sono tante persone che per Orlando non avrebbero votato comunque, ma i punti di contatto non mancano. E alla fine dei conti, al Prof, per accedere all’agognato ballottaggio potrebbero mancare proprio i voti a cinque stelle. Per la gioia dei partiti “fanculati” dalla folla domenica a piazza Croci.


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