"È deciso, si vota a ottobre|Deluso dal mio Mpa" - Live Sicilia

“È deciso, si vota a ottobre|Deluso dal mio Mpa”

"Ripeto: si voterà a ottobre. Non so se l'Assemblea regionale nel frattempo abbia voglia di fare qualcosa". Il presidente della Regione Raffaele Lombardo parla a ruota libera, anche del Mpa, criticando la sua stessa creatura: "S'è trasformato in un partito del potere e del governo. Oggi si batte per un posticino di sottogoverno o un assessorato comunale. C'è bisogno di ritornare alle origini". Il problema, secondo Lombardo, sarebbe "l'identificazione del movimento in un uomo solo".
Il presidente a tutto campo
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“Ripeto: si voterà a ottobre. Non so se l’Assemblea regionale nel frattempo abbia voglia di fare qualcosa. Dovrebbe per esempio legiferare sulle Province e aggiustare le norme impugnate dal commissario dello Stato”. Raffaele Lombardo ribadisce che in autunno in Sicilia si tornerà alle urne, parlando con i giornalisti a margine di un convegno sul Mediterraneo in corso a Palermo. Poi all’Ansa parla dell’imminente rimpasto nella giunta di Palazzo D’Orleans e dei risultati dell’alleanza con Udc e Fli: “Il Terzo polo pare che adesso non ci sia più, io non ci ho mai creduto a questo progetto in tempi non sospetti”.

E, a sorpresa, critica la sua stessa creatura, il Mpa. “Sono molto deluso – dice – dall’evoluzione del mio movimento: s’è trasformato in un partito del potere e del governo. Il giorno che comunicherò le mie dimissioni dirò anche cosa intenderò fare rispetto al movimento”. Un pensiero che il governatore approfondisce. “All’inizio il mio movimento autonomista si intestava battaglie importanti come il ponte sullo Stretto o la questione dei rifiuti – ha detto  – Oggi si batte per un posticino di sottogoverno o un assessorato comunale. C’è bisogno di ritornare alle origini”. Sui motivi di questa deriva, Lombardo non ha dubbi: “L’identificazione del movimento in un uomo solo”.

Mi viene chiesto – prosegue – di intervenire persino in un Comune del ragusano perché è stato scelto un assessore sbagliato”, ha aggiunto il leader autonomista. “In origine il Mpa si prefiggeva di dare autonomia assoluta a tutti i livelli: comunale, provinciale e regionale con una confederazione a livello nazionale. Il modello va bene, il sistema pure ma bisogna riscoprire i livelli di partecipazione e di lotta”. E conclude: “Il partito si è troppo identificato col governo, non ha vissuto di vita propria”.

Ai giornalisti che gli chiedono a proposito delle sue dimissioni, Lombardo risponde: “Preferisco la strada dei 90 giorni, il tempo previsto dalla legge per andare a votare dopo le dimissioni. Tecnicamente si potrebbe fare anche prima, mi pare 55-60 giorni… ma vedremo”.

Ma non parla solo della sua posizione. “Dimissioni dell’assessore Gaetano Armao per sostituirlo in giunta? Non scommetto… non vorrei perdere” dice il governatore che aggiunge: “Il Pd non c’è mai stato in giunta e non credo che mai ci sarà, chi è del Pd?”. “I democratici – continua – hanno sostenuto l’azione riformatrice del Governo ma ormai siamo agli sgoccioli, i tecnici potranno lasciare spazio, ma non saranno né dodici, né sei. La sostituzione riguarderà uno o due assessori al massimo. L’urgenza sarà di ricoprire l’assessorato alla Famiglia e se ci fossero anche degli altri assessori tecnici che in vista delle regionali, in ottobre, pensano di fare altre cose si potrebbero liberare altri spazi”.

Quanto alle voci che vorrebbero un rappresentante del Pd come Vladimiro Crisafulli entrare in giunta, Lombardo è secco: “Sono rimasto meravigliato dalle parole di Crisafulli o a lui attribuite. Non parlo di politica con Crisafulli da molti anni, qualche volta gli ho consigliato la dieta Dukan per dimagrire”.

E Lombardo non si tira indietro neanche di fronte alle impugnazioni. “Ho detto che promulgherò la legge impugnata dal commissario dello Stato decorsi i 30 giorni previsti dallo statuto. Credo comunque che l’Ars debba tornare ad affrontare la questione dei forestali” ha risposto a proposito della protesta dei lavoratori forestali i cui salari sono a rischio per l’impugnativa dello Stato del ddl approvato dall’Ars che autorizzava l’accensione del mutuo da 550 milioni, parte dei quali destinati alla forestazione.


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