Amat, così parlò Bellavista: | "Disposto al passo indietro" - Live Sicilia

Amat, così parlò Bellavista: | “Disposto al passo indietro”

Mario Bellavista, presidente Amat, lancia un appello al futuro sindaco: "L'azienda deve essere la priorità della nuova amministrazione che a breve si insedierà al Comune. Io dal canto mio sono disposto, per il bene dell'azienda, a fare un passo indietro o a lavorare persino gratis".

Decreto ingiuntivo al Comune di Palermo
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Ieri le dimissioni dell’avvocato Mario Bellavista, presidente dell’Amat, l’azienda che si occupa del trasporto pubblico a Palermo, sembravano certe. La voce era circolata con insistenza. Ma la posizione dell’avvocato stamattina si è decisamente ammorbidita e, invece di annunciare ufficialmente le sue dimissioni, Bellavista lancia un appello a quello che sarà il futuro sindaco di Palermo: “L’azienda deve essere la priorità della nuova amministrazione che a breve si insedierà al Comune. Io dal canto mio sono disposto, per il bene dell’azienda, a fare un passo indietro o a lavorare persino gratis. Ma non possono continuare a pagare i dipendenti e gli stessi cittadini per le mancanze del Comune”.

Il presidente ha presentato un decreto ingiuntivo per un debito del Comune nei confronti dell’azienda di circa 90 milioni di euro per servizi resi e mai retribuiti:“Da un anno tentiamo di risolvere il contenzioso, con la giunta Cammarata prima e con il commissario Latella dopo, ma a quanto pare sembra impossibile trovare una soluzione. Siamo stati costretti ad agire”.

Le fratture fra l’Amat e il comune di Palermo sono numerose, e a quanto pare non si limitano solo al debito di 90 milioni. In base alle parole di Bellavista l’Amat , fra le partecipate, è l’azienda che ha ricevuto minor contributi rispetto alle altre. Nello specifico dieci milioni in meno rispetto al contratto di servizio approvato dal consiglio comunale e firmato nel 2009. “Non è stato riconosciuto nemmeno l’aumento annuo di due milioni di euro previsto sempre dallo stesso contratto per bilanciamenti rispetto agli aumenti di carburante e componenti varie”, afferma lo stesso presidente.

In base ai dati forniti nel corso della conferenza stampa, l’azienda, quando riceveva tutti i contributi, chiudeva il suo bilancio in pareggio; una volta interrotta l’erogazione l’azienda ha cominciato a subire perdite sostanziali che si riflettono sulla qualità del servizio. “L’azienda è una Ferrari – conclude Bellavista – che però non può mostrare tutte le sue potenzialità perché costretta a viaggiare su una trazzera. Assunzioni bloccate da anni, impossibilità dei dipendenti di fare straordinari, vetture vecchie. Non è più possibile trattare l’azienda in questo modo. Quando il Comune avrà un progetto chiaro per la città, una volta trovata una soluzione ai nostri contenziosi, io in prima persona e l’azienda saremo disposti a dare un importante contributo”.


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