Il Pd insorge contro Cracolici | "Basta con Lombardo" - Live Sicilia

Il Pd insorge contro Cracolici | “Basta con Lombardo”

Dopo la vittoria di Orlando, si va verso una resa dei conti all'interno del Partito democratico. Da Mattarella a Bianco, da Faraone alla Siragusa, in tanti vedono nell'alleanza col governo regionale il motivo della sconfitta di Fabrizio Ferrandelli. E intanto, D'Alia e Micciché "aprono" al nuovo sindaco, al quale giungono anche gli auguri di Diego Cammarata

Di fronte alla netta sconfitta al ballottaggio del “suo” candidato Fabrizio Ferrandelli, il capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici si consola pensando che “il centrodestra, grazie anche all’azione del Pd alla Regione, si é sgretolato proprio nella sua roccaforte”. Insomma, il classico bicchiere mezzo vuoto, forse. Perché secondo Cracolici, l’altro segnale che giunge dalla vittoria di Orlando è la convinzione che “il centrosinistra ‘stretto’ con le sue liste non supera un terzo dei consensi. Questa tornata elettorale, anche alla luce di ciò che è successo in altre città – ha aggiunto Cracolici – impone una seria analisi a cominciare dal ruolo che deve avere il Pd, a Palermo e in Sicilia”. Insomma, il centrosinistra “stretto” non funziona. Così Cracolici, nel giorno della sconfitta trova il modo di rilanciare l’alleanza con i moderati, e magari con gli autonomisti di Lombardo.

Vecchia storia, e vecchie fratture nel Pd che si fanno oggi più profonde: “I palermitani hanno scelto Orlando – ha spiegato infatti Bernardo Mattarella – non solo perché era di gran lunga il candidato più autorevole, ma anche perché era l’unico a denunciare il fallimento politico e amministrativo dell’attuale governo regionale, come, dall’interno del Pd, avevano già fatto da tempo le migliaia di iscritti che reclamavano, inutilmente, un referendum sul sostegno a Lombardo. A Palermo, – ha aggiunto il deputato regionale – il Pd è stato trascinato in una condizione di assoluta marginalità, anche all’interno del consiglio comunale, dalla miopia e dall’arroganza di alcuni dirigenti che hanno vissuto le elezioni amministrative come un’occasione per consolidare il loro disastroso sodalizio con Lombardo. Chi è responsabile della pesante sconfitta a Palermo – ha concluso Mattarella – si faccia da parte per evitare altri danni”. Identico concetto espresso da uno dei candidati alle primarie del Pd, Davide Faraone, da Giuseppe Bianco (“il voto di Palermo vale quanto il referendum, che noi abbiamo chiesto invano, sull’appoggio a Lombardo. I nostri elettori non avrebbero potuto essere più espliciti”)  e da Alessandra Siragusa: “Rinnovo – ha detto la deputata – l’appello al mio partito: il Pd rompa subito con Lombardo e si liberi da quell’abbraccio mortale che ci ha danneggiato. I siciliani non capiscono e non approvano quell’alleanza. E i risultati elettorali lo hanno certificato in maniera eloquente”. Non così eloquente per Beppe Lumia, che invece vede crescere, attorno alla figura di Fabrizio Ferrandelli, “un ‘noi’ sociale e politico che è iniziato a maturare e su cui investire. Un ‘noi’ che finalmente offre alla città di Palermo una nuova classe dirigente fatta di giovani, di volontariato, di associazionismo, di mondo delle imprese e delle professioni, che accompagnerà la città in una fase difficile e drammatica”.

Fatto sta che la posizione di Cracolici, Lumia e Cardinale
, tra i massimi sponsor del candidato Ferrandelli, anche all’interno del Pd, si fa più debole anche nei confronti del segretario Giuseppe Lupo, al quale, soprattutto nei giorni successivi alle primarie, avevano più volte chiesto un passo indietro. E Lupo, dal canto suo, affida a twitter un primo commento a caldo: “Auguri a Orlando – ha scritto – per il lavoro che dovrà fare, spero con tutto il centrosinistra” . Una dichiarazione che va più o meno nella stessa direzione di quella del leader nazionale Pierluigi Bersani: “Non posso dire di essere d’accordo con Rosy Bindi felice per la vittoria di Orlando perché l’esito delle primarie va rispettato ma faccio gli auguri ad Orlando e credo che ci sia la possibilità di una collaborazione ragionevole”. Ma nel Pd siciliano c’è già chi va oltre, come il già citato Bernardo Mattarella che, nell’archiviare l’alleanza Pd-Mpa, apre in vista delle Regionali ad altri partiti moderati: “Il Pd deve puntare a ricostruire il centrosinistra siciliano, allargandolo a quelle forze moderate, come l’Udc, che non hanno sulla coscienza le macerie causate dal governo Lombardo”. E il segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia ha descritto l’esito del ballottaggio come “il successo personale di Leoluca Orlando e la sconfitta del vecchio centrosinistra e del vecchio centrodestra. I cittadini, con il loro voto, – ha aggiunto D’Alia – ci chiedono in maniera evidente di costruire qualcosa di nuovo e di diverso. Altrettanto fragorosa – ha concluso il senatore – è la battuta d’arresto del governo regionale di Raffaele Lombardo dal quale, vale la pena ricordarlo oggi, l’Udc siciliana è uscita in tempi non sospetti”.

E il superamento dei vecchi steccati è invocato anche da Gianfranco Miccichè: “L’esito della consultazione amministrativa è chiaro: la gente oggi vuol voltare pagina, vuole chiudere il capitolo del vecchio schema della seconda Repubblica. Centrodestra e centrosinistra hanno perso identità e voti”. Adesso, secondo il leader di Grande Sud, “bisogna ripartire dal territorio, da un’idea di politica assolutamente ed esclusivamente ‘cittadinocentrica’. “Noi le soluzioni per salvare questa terra – spiega Micciché – le abbiamo e le metteremo a disposizione di tutti sindaci neo eletti, a cui auguro buon lavoro. Sappiano che avranno in Grande Sud un interlocutore serio, che saprà offrirsi alla Sicilia con passione e sacrificio, tanto dai banchi dell’opposizione, quanto da quelli della maggioranza. Per noi adesso – conclude – conta solo che queste città vengano ben amministrate”.

Un invito all’armonia raccolto e rilanciato anche dall’ultimo sindaco di Palermo, Diego Cammarata: “Buon lavoro e buona fortuna signor sindaco. Palermo – ha detto Cammarata – ha bisogno di entrambe le cose, ma ha soprattutto bisogno di una stagione di grande solidarietà tra le forze politiche. La campagna elettorale è finita, così come é finito il tempo delle parole ed io mi auguro che da entrambe le parti si recuperi quella responsabilità che, in momenti di crisi economica tanto grave, è richiesta a coloro che vengono chiamati ad amministrare la cosa pubblica, siano essi esponenti di maggioranza che di opposizione”. E tra la nuova vittoria di Orlando e le parole del vecchio sfidante Cammarata, ecco apparire gli ultimi vent’anni di storia palermitana.


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