Uccise la figlia: condannata - Live Sicilia

Uccise la figlia: condannata

Uccise la propria bambina subito dopo averla partorita. Condannata a otto anni una donna rumena.

Otto anni di reclusione sono stati inflitti a Joana Marin, una romena che sette anni fa uccise la propria bambina subito dopo averla partorito. Lo ha deciso il Gup del tribunale di Enna David Salvucci, dinanzi al quale si è celebrato il processo con rito abbreviato, che ha derubricato l’accusa da omicidio volontario in infanticidio. La donna che a Enna faceva la badante aveva ustionato la bimba con l’acqua bollente e poi gettato il corpicino in un cassonetto dell’immondizia nella campagne di Pergusa, dove lei lavorava. Assolti dall’accusa di infanticidio i datori di lavoro della Marin, i coniugi Giovanni Scevole e Rachela Pirrera che sono stati condannati rispettivamente ad 1 anno e 9 mesi e ad un anno e 8 mesi, per concorso in occultamento di cadavere. Il Pm Marco di Maudo nella sua requisitoria ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione per tutti gli imputati. I fatti risalgono al 2005, quando Scevole accompagnò la Marin in ospedale con una emorragia. I medici capirono subito che la donna aveva appena partorito. I poliziotti trovarono la neonata avvolta nei panni insanguinati chiusa nel sacchetto di plastica. Secondo l’accusa la bimba, battezzata Angelica dagli agenti che la trovarono, venne uccisa immergendola in acqua bollente subito dopo il parto, avvenuto nel bagno della villetta dei coniugi ennesi dove la Marin accudiva una parente della coppia.

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