Vincitori e vinti - Live Sicilia

Vincitori e vinti

Le amministrative travolgono un'intera classe dirigente. Tra gli sconfitti Raffaele Lombardo, i cui candidati segnano il passo, e Angelino Alfano, strapazzato nella sua Agrigento. Anche nel Pd tanti malumori. L'Udc di D'Alia, invece, fa la parte del leone.

Il bilancio
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Il trend del primo turno è stato confermato, se non amplificato ai ballottaggi. E i risultati di questa tornata elettorale in Sicilia dipingono un quadro politico regionale abbastanza nitido, nel quale la linea di demarcazione tra i vincitori e i vinti appare netta. Tra gli sconfitti, il primo della lista sembra essere il governatore Raffaele Lombardo. Il suo Mpa resta quasi a bocca asciutta, esce sconfitto da tutte le sfide più importanti, e trascina nella disfatta le forze politiche alleate. A Palermo, il candidato del governatore non è neanche andato al ballottaggio. Anche a Marsala e Trapani sono arrivate batoste, così come ad Agrigento. La stagione del lombardismo, insomma, volge al termine. E la data di scadenza è stata scritta dallo stesso governatore, quando ha annunciato per luglio le sue dimissioni.
Se Lombardo piange, Pd e Pdl non ridono. I due principali partiti escono malconci da questa tornata elettorale. Angelino Alfano, dopo lo smacco di Palermo dove il candidato sostenuto dai berluscones non è neanche arrivato al ballottaggio, riceve anche lo schiaffo di Marzo Zambuto che lo strapazza nella sua Agrigento, con percentuali bulgare. A nulla è valsa la grande ammucchiata realizzata al secondo turno a sostegno di Totò Pennica, che vedeva insieme Pdl e Mpa in chiave anti-Udc: la Caporetto è stata totale. Il Pdl si può confortare solo con Trapani, dove i berluscones mantengono il municipio, con il generale Vito Damiano, che ha battuto il terzopolista Maurici.
Anche al Pd non è andata troppo bene. A Palermo, il candidato sponsorizzato dall’asse Antonello Cracolici-Beppe Lumia-Totò Cardinale (e poi sostenuto da tutto il partito) è stato travolto dal ciclone Orlando. Altrove i democratici hanno ottenuto risultati tra alti e bassi – penalizzati forse dal prolungato abbraccio a Lombardo e dal giudizio negativo sull’operato del governo regionale. E se il segretario Giuseppe Lupo sarà chiamato a rendere conto di questi risultati nell’assemblea di domenica prossima, i suoi più accaniti rivali si presentano all’assise indeboliti dalla sonora batosta rimediata a Palermo dal proprio pupillo. La linea governativa del patto con l’Mpa, sempre difesa da Cracolici e Lumia verrà probabilmente messa in discussione dentro il partito, come già si intuisce dalle dichiarazioni a caldo di Bernardo Mattarella, Enzo Bianco e Alessandra Siragusa, solo l’antipasto della resa dei conti di domenica prossima. Il trionfo palermitano di Leoluca Orlando, nemico politico giurato di Lumia e Cracolici e della loro visione politica, non potrà non avere un peso.
Sì, perché per quanto Cracolici numeri alla mano insista sull’esigenza dell’alleanza larga contrapposta alla foto di Vasto, bisognerà anche ragionare sui perimetri di questa alleanza e sui partner da scegliere per il famoso “allargamento”.
A questo punto, infatti, è possibile che nel Pd, spinta anche dal vento romano, si rafforzi la posizione di chi reclama un’alleanza strategica con l’Udc, alternativa al patto con Lombardo. E qui veniamo ai vincitori di questa tornata elettorale, che sono proprio – con Orlando e l’Idv –  i casiniani di Gianpiero D’Alia. L’Udc ha fatto il pieno ad Agrigento dove correva in solitaria con Marco Zambuto e ha vinto nettamente (alleata col Pd) a Marsala con Giulia Adamo. Se a questi dati si sommano i buoni risultati di lista ottenuti a Palermo e Castelvetrano, il partito di D’Alia conquista una posizione sempre più centrale e strategica nello scenario regionale. E le quotazioni del segretario messinese come possibile candidato alla Presidenza della Regione salgono. Con quale alleato? È ancora presto per dirlo. Certo, l’assemblea di domenica del Pd potrà aiutare a farsi un’idea più chiara.


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