"Un patto tra Udc e progressisti|anche alle regionali" - Live Sicilia

“Un patto tra Udc e progressisti|anche alle regionali”

Un'alleanza tra Udc e progressisti può essere "la formula vincente per la Sicilia". Parola di Giulia Adamo, neosindaco di Marsala, che nella sua città ha vinto spinta dall'alleanza tra casiniani e democratici.

Intervista a Giulia Adamo
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Giulia Adamo volle, fortissimamente volle, diventare sindaco di Marsala. Lo diceva da anni e alla fine c’è riuscita con un mezzo plebiscito a secondo turno, incassando quasi il doppio dei voti del suo sfidante Salvatore Ombra., candidato del centrodestra. Un successo pesante che premia l’alleanza Udc-Pd proposta a Marsala, uno schema che la Adamo adesso propone di esportare su scala regionale.
Onorevole Adamo, inanzitutto si aspettava le dimensioni di questo successo?

“Io francamente mi aspettavo di vincere al primo turno. C’è sempre stato un grande rapporto di fiducia tra me e gli elettori. Mi sentivo abbastanza serena, concentrata sul programma e sulle cose da fare per la città. Vede, io sono sempre stato un politico fortunato, perché ho un comitato politico naturale, che è l’opinione pubblica. Con me in campagna elettorale, oltre alla ma famiglia, si muovono ex alunni della scuola, bidelli, genitori, professori, tutta gente che mi segue da sempre. È un comitato imbattibile perché non è guidato da interessi personali”.
Lei è deputato all’Ars e non avrebbe avuto difficoltà a tornarci. Perché lasciare uno scranno dorato per una poltrona assai più scomoda, quella di sindaco, ossia un lavoro ben più rognoso e assai peggio retribuito?

“Dovevo fare qualcosa per la mia città, che stava scivolando in un clima di degrado. Marsala è stata amministrata male, ha perso la sua forza. Casini pensava di candidarmi al parlamento nazionale, sarebbe stata una bella esperienza ma guardare al degrado di Marsala senza reagire non era possibile. È una scelta che ho fatto anni fa e l’ho detto allora”.
È stata anche premiata la sua scelta di allearsi col Pd?
“Io ho cercato un solo alleato, il Pd. La mia idea era quella di mettere insieme l’Udc rinnovata, che mette insieme l’ala cattolica e liberale, e il mondo dei progressisti. Io credo che questa sa la formula vincente per la Sicilia. Dobbiamo avere la forza di un progetto politico”.
Quindi lei pensa che questa formula vada ripetuta anche alla regionali. Ma senza includere gli altri partiti progressisti?
“Sì, anche con quelli, ma solo con quelli. Deve essere un’alleanza seria e alternativa. La nuova Udc e i progressisti tutti”.
E Gianpiero D’Alia che ne pensa?
“Io penso che sia molto tentato da questa cosa. Ne parleremo nei prossimi giorni. Credo che anche Casini guardasse a queste elezioni con attenzione per capire come la gente accogliesse il piano di cambiamento”.
In un quadro politico di quel tip l’Udc potrebbe anche esprimere il candidato presidente?
“Certo che sì”.
Casini ha detto che un buon candidato presidente poteva essere proprio lei…
“Io sosterrò con tutta la mia forza una candidatura dell’Udc.Non per ambizione, ma per senso di responsabilità”.
Il nome sarebbe quello di D’Alia?
“Chiaro”.
La sua vittoria, così come quella di Orlando a Palermo o di Tosi a Verona, forse dovrebbe fare aggiustare il tiro a chi parla di “antipolitica”. Ci sono amministratori che poi vengono premiati alle urne…
“Sì, esatto, è questo che abbiamo dimostrato. I partiti non hanno fiducia nel popolo sovrano. Io vengo data sempre per perdente alla vigilia della campagna elettorale, e invece vinco sempre. Il cittadino non vuole il caos o l’antipolitica, ce l’ha con la cattiva politca, come ce l’ho io. Il mio avversario ha provato a cavalcare il tema dell’antipolitica, in una campagna elettorale che non mi è piaciuta. Qualcuno ha cercato di distruggermi sul piano personale, non c’è riuscito”.
Le prime tre cose che farà da sindaco?
“La riorganizzazione dei servizi comunali a partire dall’Ato rifiuti, un incontro a Roma per sollecitare l’iter della costruzione del nuovo porto, un progetto da 50 milioni, mia battaglia da deputato, e infine la diffida alla regione per l’applicazione della legge per l’agroalimentare. E poi un incontro con Caritas, scuole ed enti di volontariato per organizzare i servizi sociali”.
Dovrà dimettersi da deputato. E al suo posto dovrebbe entrare all’Ars un signore che ha preso 40 voti alle scorse regionali. Sarebbe un bel record, no?
“Guardi, in merito alle dimissioni rispetterò i tempi previsti dalla legge”.

 

 

 

 


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