Archivio della vergogna,|il Comune: "Costretti a mantenerlo" - Live Sicilia

Archivio della vergogna,|il Comune: “Costretti a mantenerlo”

Continua la polemica dopo l'inchiesta di Livesicilia sull'archivio creato dal Comune e mai utilizzato. Dopo l'intervento dei consiglieri del Pd arriva la precisazione del municipio. E Orazio Licandro attacca Stancanelli.

Botta e risposta dentro e fuori il consiglio comunale dopo la notizia – svelata da Livesicilia – dell’esistenza di un contratto da 240mila euro l’anno per l’affitto di un archivio mai utilizzato. Soldi dei cittadini che finiscono dritti nelle tasche della “Sila spa” amministrata da Domenico Toscano, il “re” del legno catanese. Si tratta di un contratto mai pubblicizzato dall’amministrazione guidata dal sindaco Raffaele Stancanelli, neanche tra i gruppi consiliari di maggioranza e opposizione. Un contratto di cui nessuno era a conoscenza fino a quando le telecamere di Livesicilia hanno immortalato l’immobile inutilizzato suscitando l’intervento dei consiglieri del Pd e da poche ore quello di Orazio Licandro dei Comunisti Italiani che ha replicato al comunicato stampa diffuso da palazzo degli Elefanti.

Sostanzialmente il Comune conferma di aver siglato il contratto con il privato per la creazione di un archivio di atti giudiziari. “L’immobile – recita la nota ufficiale del Comune – è stato acquisito per una richiesta presentata dalla Corte d’Appello di Catania a questa Amministrazione e finalizzata alla creazione di un archivio per i fascicoli remoti delle varie sezioni degli Uffici Giudiziari (Tribunale, Procura, Corte di Appello, etc). All’invito, impositivo, l’Amministrazione rispondeva, dopo le opportune ricerche di mercato, presentando alla Commissione per la Manutenzione dei Locali e dei Mobili degli Uffici Giudiziari di Catania, un lotto di cinque offerte di proposta d’affitto del locale chiavi in mano compresa la fornitura e posa in opera delle scaffalature necessarie per l’archiviazione degli atti giudiziari”. Secondo la ricostruzione del Comune sarebbe stato selezionato inizialmente un immobile di Orazio Torrisi, noto imprenditore catanese che dopo qualche mese avrebbe comunicato l’impossibilità di acquistare le scaffalature necessarie che al contrario abbondano nell’edificio di Domenico Toscano.

Il 26 luglio del 2011 il Comune ha siglato il contratto con la Sila spa di Toscano e i locali sono pronti e vuoti dal dicembre 2011. All’improvviso però la Corte d’Appello avrebbe fatto un passo indietro, rifiutando di collocare i propri archivi in quello stabile per la nascita di un nuovo deposito di atti giudiziari della Sicilia orientale. “Il Comune – si legge ancora nel documento diffuso alla stampa – in virtù del contratto già sottoscritto, rimaneva obbligata alla conduzione della locazione non essendo possibile rescindere il contratto come da parere rilasciato dall’Avvocatura Comunale”.

Pochi mesi dopo si è messa in moto la direzione guidata da Orazio Palmeri che ha invitato alla mobilitazione tutte le direzioni comunali: l’obiettivo è quello di utilizzare gli scaffali. In futuro, lo sfruttamento di questo immobile potrebbe – secondo quanto sostiene il Comune – rappresentare un “notevole risparmio per il bilancio”.

Tecnicamente il contratto per l’archivio inutilizzato rappresenta una nuova spesa a carico delle casse comunali già stremate da circa 5 milioni di euro spesi ogni anno in fitti passivi a fronte di uno sconfinato patrimonio di palazzi e stabili che mai sono stati utilizzati. E mentre aumenta la spesa corrente, diminuisce la liquidità di cassa tanto che a maggio gli stipendi dei dipendenti comunali non sono stati pagati puntualmente. L’onorevole Orazio Licandro dei Comunisti Italiani è andato su tutte le furie attaccando “l’annunciata politica di rigore di Stancanelli” che, “alla luce dell’articolo di Livesicilia”, recita la nota diffusa dall’ufficio stampa dei Comunisti Italiani, sarebbe il frutto di “bugie una dopo l’altra che purtroppo a snocciolarle diventano peggio di un rosario”. “La verità -conclude Licandro – è che ormai ampi settori dell’attuale amministrazione sono convinti dell’inevitabile dissesto ma cercano di prolungare l’agonia a spese dei contribuenti”.


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