Il dirigente dell'Azienda Foreste: |"Lo sapevo che doveva finire così" - Live Sicilia

Il dirigente dell’Azienda Foreste: |”Lo sapevo che doveva finire così”

Nell'atto d'accusa c'è anche lo sfogo di Antonino Maggio con la moglie al momento dell'arresto. Il dirigente è stato scarcerato. Per garantire le esigenze cautelari basta l'allontanamento dal posto di lavoro.

Antonino Maggio intercettato
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“Maria mia… mi impirugghiai… lo sapevo che doveva finire così”. È il 3 giugno. A pronunciare la frase è Antonino Maggio, il dirigente dell’Azienda foreste demaniali di Trapani finito ai domiciliari perché sorpreso a utilizzare la macchina di servizio per faccende private. Per andare al mare con la moglie, dicono gli investigatori. Nell’auto gli uomini della polizia giudiziaria del Corpo forestale avevano piazzato un Gps capace non solo di localizzare il veicolo, ma pure di registrare le voci di chi vi stava dentro. Maggio era stato appena fermato e la frase, secondo gli inquirenti, sarebbe lo sfogo con la moglie di un uomo che sapeva di essere stato colto in flagranza di reato.

Il passaggio dell’intercettazione è contenuto nel provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trapani, Massimo Corleo, ha convalidato il fermo e deciso di scarcerare Maggio. Il gip ha ritenuto che basta l’allontanamento dal lavoro per due mesi a garantire le esigenze cautelari. Il dirigente si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al momento gli viene contestato il peculato, ma al vaglio del pubblico ministero Andrea Tarondo c’è anche l’ipotesi della truffa ai danni dello Stato.

L’indagato è stato fermato domenica ad un posto di blocco lungo la strada per Castellammare del Golfo. Era con la moglie a bordo di una Fiat Brava di servizio, nel cui portabagagli sono stati trovati sdraio e ombrelloni. Il suo legale, l’avvocato Diego Tranchida, ha sostenuto che il dirigente stava andando ad una manifestazione ambientalista ad Alcamo e la moglie lo aveva accompagnato perché preoccupato delle sue condizioni di salute. Alcuni giorni prima Maggio era stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso per delle coliche. Il legale ha già attivando lo strumento delle indagini difensive, certo di potere dimostrare l’estraneità di Maggio alle accuse.

Gli uomini della polizia giudiziaria del Corpo forestale, coordinati dal comandante Gioacchino Leta, seguivano il dirigente da giorni. Avevano installato il sistema satellitare dopo alcune lettere anonime e avrebbero scoperto un precedente episodio anomalo. Il 23 aprile il dirigente aveva riferito in una nota di servizio di essere stato coinvolto in un incidente nei pressi di Fulgatore. Ed, invece, allo stessa ora la macchina di servizio sarebbe stata localizzata da tutt’altra parte. Esattamente in zona Fontanasalsa, lungo la strada che lo avrebbe dovuto condurre verso casa.

 


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