Giuseppe Vatinno dovrà attendere ancora un po’ prima di fregiarsi del titolo di onorevole ed intascare così i sostanziosi emolumenti che spettano ai parlamentari della Repubblica. Tra l’esponente dell’Api e il suo seggio a Montecitorio infatti c’è di mezzo Leoluca Orlando, accusato a più riprese nei giorni scorsi perchè non si è ancora dimesso da parlamentare dopo l’elezione a sindaco di Palermo.
“E’ ancora al suo posto – aveva attaccato Vatinno – in evidente conflitto di interesse e in barba a una sentenza della Corte Costituzionale”. La sentenza della suprema corte a cui fa cenno Vatinno è la numero 277 del 2011, quella cioè che vieta ai sindaci dei comuni con oltre 20 mila abitanti di mantenere l’incarico da parlamentare. Proprio il caso di Orlando, deputato d’Italia dei Valori, eletto per la quarta volta sindaco del capoluogo siciliano appena poche settimane fa. Nel 2008 il primo dei non eletti dell’Idv nella circoscrizione Lazio (quella scelta da Orlando) fu proprio Vatinno, che adesso, dopo il passaggio nel partito di Rutelli, non vede l’ora di occupare il suo scranno in parlamento. Solo che le dimissioni di Orlando si fanno attendere.
L’ex leader della Rete, proclamato sindaco il 22 maggio, ha annunciato a più riprese che si dimetterà un attimo dopo l’insediamento del consiglio comunale, e cioè non prima della fine di giugno. Vatinno però ha fretta “Orlando o è sindaco e si deve dimettere o non lo è e i suoi provvedimenti sono carta straccia”. Il termine ultimo prima dello sfratto forzato di Orlando da parte della giunta per le elezioni però è il 13 luglio. Vatinno insomma dovrà aspettare ancora.
