Processo a Lombardo,| spunta l'aggravante mafiosa - Live Sicilia

Processo a Lombardo,| spunta l’aggravante mafiosa

La Procura della Repubblica di Catania ha chiesto al Tribunale monocratico di contestare al governatore siciliano Raffaele Lombardo e a suo fratello Angelo, l'aggravante mafiosa. Cosa succederà? L'udienza è stata rinviata al 19 luglio.

12.05. “La Procura di Catania è composta da persone di straordinario valore, qualità e competenza” ma “le accuse dei pentiti sono sotto gli occhi di tutti, sono ridicole”. Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, a conclusione dell’udienza del processo per reato elettorale dopo che la procura ha contestato l’aggravante di avere favorito l’associazione mafiosa. “Io non mi sento vittima di alcuno – ha aggiunto il governatore – sono responsabile delle mie azioni e mi sento sereno, anche se contrariato. Da questo processo emerge come è stata concreta e indubitabile la nostra azione contro la mafia. Adesso ci sarà un procedimento nel quale ci confronteremo con la magistratura”.

11.46.Il grande rammarico è che io non ho ancora un processo né un rinvio a giudizio, e che bisogna ricominciare da capo”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, commentando la richiesta della Procura di Catania. Il governatore ha sottolineato che “se l’annunciata decisione di dimettersi” alla fine di luglio “non fosse motivata da una scelta politica, potrei rimetterla in discussione”. “Ma – precisa – non cambia alcunché, io mi dimetterò per fare fare votare il 27 e 28 ottobre”.

11.35. L’udienza è stata rinviata al 19 luglio per la notifica ad Angelo Lombardo.

11. Il processo davanti al tribunale monocratico rischia una battuta d’arresto, tra pochi minuti dovrebbe pronunciarsi, sulla contestazione dell’aggravante mafiosa, il giudice Michele Fichera. I fratelli Lombardo, in questo troncone processuale, sono stati citati direttamente a giudizio senza passare dal gip, in pratica, il 13 giugno del 2011, sono stati rinviati a giudizio per corruzione elettorale con elementi di spicco del clan Santapaola e Cappello senza che inizialmente venisse contestata alcuna aggravante.

La Procura di Catania ha scelto di contestare l’aggravante mafiosa dopo l’ultima udienza dello scorso 14 giugno, quando il maggiore del Ros Luigi Arcidiacono ha illustrato in aula i nuovi sviluppi d’indagine a carico dei Lombardo. Già stamattina un fatto aveva lasciato intendere possibili novità: non era stata notificata la citazione come testimone al geologo autonomista Giovanni Barbagallo, detenuto per associazione mafiosa. Ma non si è trattato, probabilmente, di un mero errore. La Procura, scegliendo di contestare l’aggravante, è consapevole del fatto che questo processo si sovrappone sino quasi a coincidere con l’altro troncone che vede i fratelli Lombardo imputati coatti di concorso in associaizone mafiosa e voto di scambio aggravato dal favoreggiamento alla mafia.

La decisione del Gup Marina Rizza di un eventuale rinvio a giudizio potrebbe portare alla riunificazione dei procedimenti penali a carico dei Lombardo e all’acquisizione di nuovi elementi di prova.

 

“Metodo mafioso nella ricerca del consenso elettorale”. Colpo di scena nel processo che vede imputati davanti al giudice monocratico fratelli Lombardo per voto di scambio: il pm Carmelo Zuccaro ha chiesto al tribunale di contestare l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra.

Secondo la procura di Catania le dichiarazioni dei pentiti Maurizio Di Gati e di Gaetano D’Aquino impongono la contestazione dell’aggravante di aver favorito Cosa Nostra. “Ho il dovere – dice il pm Carmelo Zuccaro – come rappresentante dell’ufficio di Procura, alla luce delle dichiarazioni dei pentiti, di contestare l’aggravante di aver favorito la mafia”. La ricerca del voto per i Lombardo da parte dei picciotti, secondo la descrizione de numerosi pentiti ascoltati in questi mesi, sarebbe stata fatta anche con violenza e minacce, tratti salienti del metodo mafioso. Cosa accade adesso?

 

 


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