Fra reale e virtuale |c'è di mezzo il mare - Live Sicilia

Fra reale e virtuale |c’è di mezzo il mare

Riflessione semi-seria di una lettrice di Live Sicilia a proposito dell'importanza che hanno acquisito oggi i social network.

Colpa del fato, del progresso, o di Mark Elliot Zuckerberg, signori miei, oggi buona parte della nostra vita, dei nostri pensieri dei nostri modi di essere si declina secondo le logiche dei discussi, amati e odiati, social networks.

Il link è diventato l’arma di battaglia preferita. Con i link si dice. Con i link si diffonde. Con i link si organizza “resistenza”. Il web porta tutto davanti agli occhi e sulla bocca di tutti. E, in modo semplice, chiunque può entrare in contatto con grandi temi, farsi un’opinione, condividerla.

Il contraltare del virtuale è però rappresentato dalla non sempre valida corrispondenza con la realtà fattuale. Tutto rimane nella grande bolla del network che fluttua trasparente e silenziosa, in un limbo di opinioni e concetti, spesso dimenticati appena spento il pc.

In un difficile periodo storico, bisognoso di idee e di battaglie di cultura, il gap tra il virtuale e il reale è aumentato. Su Facebook, oltre che animalisti, ambientalisti, giustizialisti, moralisti, attivisti e fancazzisti, trovi ormai pure gli amici a quattro zampe, con account ‘personale’ e pagina dedicata. Roba da folli. Chattare con un cane non si accetta. Svegliamoci signori.

Soddisfazione degna di trattato scientifico si prova sciorinando status importanti, filosofici, accattivanti, seducenti, ermetici, manifesti d’amore e dichiarazioni di guerra. Ne vogliamo parlare? Sul social, in ogni caso, signori miei, ci miglioriamo. Occorre chiedersi, se mai di coscienza ne abbiamo avuta una, come mai, un popolo di siffatto spessore e avanguardia, continui a passeggiare per vie nelle quali la munnizza supera per altezza il secondo piano dei palazzi adiacenti, a portare i propri figli in parchi nei quali il numero degli escrementi supera di gran lunga quello delle cinguettate di Angelino Alfano, a far crepare sistematicamente i gerani delle aiuole usate come posacenere, ignari del fatto che non sono quelli di Farm Ville e che crepano davvero, ad ostinarsi ad andare in macchina nel fornaio distante qualche centinaio di metri da casa propria, con lo stesso orgoglio con cui “si spara” il link indirizzato alla rivale in amore, esasperando situazioni già precarie di viabilità, a votare gente tanto magnificamente coerente, ma sempre almeno tanto quanto siffatti loro elettori.

Webomani. Paladini di Francia di una favola distorta. Sveglia. La parvenza di noi sembra, a sua volta, migliore di noi. Ma resta ciò che, di fatto, non siamo. “E’ un regno di fantasia. I rabatopi diventano belli, affascinanti e intelligenti; i scecchi cu a cuda sono laureati e fanno master ad alto livello; i cucchi ti spiano dalla chat e mettono foto secsi. Non può esistere tutto questo nella realtà” scrive il brillante Antonio S. nella migliore estemporanea letta nel web proprio a proposito di social network e follie. Svegliamoci, vi prego.

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