Terremoti, la Sicilia balla - Live Sicilia

Terremoti, la Sicilia balla

La terra continua a tremare al largo della costa messinese, nel golfo di Patti e Milazzo, e anche nel Trapanese, fra Salemi, Gibellina e Santa Ninfa. Proprio i sindaci del Belice protestano davanti palazzo D'Orleans chiedendo che siano svincolati i 105 milioni dei fondi Fas per la ricostruzione della Valle del Belice.

Protesta dei sindaci del Belice
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Una scossa di terremoto di magnitudo 2.7 è stata registrata alle 2:40 della notte scorsa al largo delle coste nordorientali della Sicilia, nel golfo di Patti e Milazzo. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 121,1 km di profondità ed epicentro davanti al comune messinese di Villafranca Tirrena. Non si hanno al momento segnalazioni di danni a persone o cose.

Ieri sera, invece, una scossa sismica di magnitudo 3.0 è stata avvertita dalla popolazione in provincia di Trapani. Le località prossime all’epicentro sono state Salemi, Gibellina e Santa Ninfa. Dalle verifiche effettuate dalla ‘Sala situazione Italia’ del Dipartimento della Protezione civile non risultano danni a persone o cose.

E, intanto, stamane protestano i sindaci del Belice. “Lombardo svincoli i soldi della ricostruzione” dice il coordinamento dei sindaci che si è auto convocato in un sit in davanti la presidenza della Regione siciliana per chiedere al governo regionale di svincolare i 105 milioni dei FAS per la Ricostruzione della Valle del Belice.

Dai dati forniti dal ministero delle Infrastrutture, la Regione siciliana ha speso circa 500 milioni provenienti dai fondi Fas per spese correnti (i forestali, i lavoratori della Gesip di Palermo: circa 50 milioni per 2 mesi di stipendio, etc) e non per investimenti, per i quali sono destinati i denari dei Fas.

La Sicilia, oltre ai Fas della programmazione 2007/2013, ha ancora la possibilità di spendere circa 700 milioni di euro relativi alla programmazione 2000-2006 – dichiara il sindaco di Menfi, Michele Botta – che però sono sospesi in attesa di risanare il Comune di Catania o altre spese correnti, facendo perdere la possibilità di creare crescita, lavoro, indotto.”

Lombardo, tra una nomina e l’altra, – conclude Botta – ponga l’ attenzione del suo governo ad un territorio sempre ‘fragile’ come quello della Valle del Belìce che ormai da troppo tempo è in attesa di completare la ricostruzione post-terremoto”.

 


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