"Moncada si dimetta subito"| Ed è scontro nel Pd palermitano - Live Sicilia

“Moncada si dimetta subito”| Ed è scontro nel Pd palermitano

Giannini, primo dei non eletti alle Provinciali del 2008, chiede a Moncada le immediate dimissioni da Palazzo Comitini, perché nel frattempo eletto presidente alla Quarta circoscrizione. Moncada: "Mi dimetterò, ma non so ancora da dove".

L'ACCUSA DI ANTONINO GIANNINI
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Non è solo il sindaco Orlando ad essere coinvolto in una polemica legata alle mancate dimissioni. Scoppia un nuovo caso e, questa volta, tutto interno al Pd. Antonino Giannini, primo dei non eletti alle Provinciali di Palermo del 2008 nel terzo collegio, ha infatti scritto agli organi di stampa chiedendo a gran voce le dimissioni di Silvio Moncada, eletto nella stessa lista, perché nel frattempo diventato presidente della Quarta circoscrizione alle ultime comunali. Dimissioni che, se avvenissero, permetterebbero allo stesso Giannini di subentrare a Palazzo Comitini.

“Dopo Davide Faraone, Buzzanca e Orlando – scrive Giannini – Silvio Moncada è rimasto l’ultimo giapponese abbarbicato a mantenere i due incarichi, pur avendo annunciato pubblicamente più volte in campagna elettorale che si sarebbe dimesso un giorno dopo la sua proclamazione, criticando peraltro il presidente uscente Seidita che aveva mantenuto i due incarichi per cinque anni”.

Un’accusa diretta, che si arricchisce anche di altri particolari: “Volete sapere quali sono le motivazioni documentabili del suo ritardo nelle dimissioni? Non sono ancora giustificato nel lavoro, pretendi forse che dopo dieci anni che non vado a lavorare possa andare al lavoro anche per dieci giorni?”. Giannini, inoltre, ha anche scritto a Pierluigi Bersani, Giuseppe Lupo ed Enzo Di Girolamo, rispettivamente segretario nazionali, regionale e provinciale del Pd per denunciare “uno stato di cose intollerabile”.

Ma la replica di Moncada non si è fatta attendere: “Respingo al mittente tutte le meschine accuse – dice il neo presidente della Quarta circoscrizione – appena la delibera diverrà esecutiva non perderà un minuto nel dimettermi. Ma voglio precisare due cose: la legge non me lo impone e soprattutto non ho ancora deciso quale carica lasciare. Potrei anche restare alla Provincia”. La legge, in effetti, sinora ha consentito la compatibilità delle cariche, come tiene a precisare Moncada: “Lo hanno confermato il comune e la provincia e anche il dirigente al momento del mio insediamento. Ci sono stati diversi casi, come quello di Marcello Re che subentrerà alla orovincia pur essendo consigliere di quartiere, o quello di Giovanni Randisi che fa capo allo stesso gruppo di Giannini, ovvero quello di Cracolici, e subentra alla Piccione. O Fiore eletto vicepresidente di circoscrizione”.

Il primo dei non eletti, però, cita la riforma elettorale approvata dall’Ars lo scorso anno: “Il presidente di quartiere è eletto direttamente e parificato ai sindaci dei comuni eletti col proporzionale – conclude Giannini – quindi le incompatibilità sono le stesse. E nessun sindaco può essere anche consigliere provinciale”.


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