Un sequestro allo gnuri | Palermo in bianco e nero - Live Sicilia

Un sequestro allo gnuri | Palermo in bianco e nero

Multato uno gnuri dai vigili urbani. E' solo una notizia di cronaca. Ma dietro c'è, addirittura, un'epopea.

Il comunicato dei vigili piomba a sorpresa nella sera tarda di una giornata in cronaca. Si legge, nella stringata poetica della nota: “La Polizia Municipale nell’ambito dei controlli destinati alla regolarità di svolgimento dell’attività del servizio di piazza, con utilizzo di veicoli a trazione animale, in via Maqueda ha sequestrato per mancanza della licenza, una carrozza ed il cavallo adibito al traino. Allo gnuri, C. G. di 39 anni che circolava privo delle previste autorizzazioni, è stata sequestrata la carrozza perché veniva adibita al servizio di piazza senza avere ottenuto la relativa licenza. Il cavallo, riscontrato privo di documentazione sanitaria è stato sequestrato e sottoposto al controllo dei medici veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale. I controlli su strada, hanno riguardato le strade del centro città, in particolare le Vie Emerico Amari, dove sono state verificate tre carrozzelle, Via Ruggiero Settimo, Piazza Verdi e Corso Vittorio Emanuele. Nove gnuri sono stati trovati in regola, con licenza e condizioni fisiche del cavallo ottimali”.

Una ventata di aria antica, a prescindere dal merito. Un sorso di acqua e zammù. Un tuffo nel mare di Palermo, in bianco e nero, quando era ancora mare. Intanto, è una meraviglia la definizione tecnica e burocratica. Non si scrive “conducente”, ma proprio “gnuri”, termine che combacia alla perfezione con caratteristiche locali e stipula la convenzione di un marchio doc. Non credete a chi, magari, vi parlerà di uno gnuri di Helsinki o di Stoccolma. Lo gnuri è nostro. Lo certificano i vigili. Sì, perché lo gnuri non è soltanto il banale e onnipotente padrone di un mezzo di locomozione chiamato cavallo. E’ una creatura mitologica, metà uomo e mezzo quadrupede. Ha il cuore all’altezza dei garretti del suo animale con cui condivide passioni, sofferenze, pioggia, vento e sole (ma che bel mestiere…). Lo gnuri è un destriero mancato, un essere umano che avrebbe sognato il galoppo e si è dovuto accontentare di un’andatura scalcagnata da bipede.

Infatti, col cavalluccio si parlano, chiacchierano, gabbano i turisti americani con la stessa tecnica: “Amunì, sorridi”. Fregano i tedeschi con giri assurdi pagati a peso d’oro. Corteggiano i francesi con nitriti in dialetto. Talvolta sono pittoreschi, come il tale che trotta con la musica e un cappello da cowboy. Talvolta sono ordinari. Gnuri malinconici e affamati di ronzini tristi e spelacchiati. Talvolta sono crudeli. E si dimostrano più bestie della bestia. Talvolta sono infingardi, esosi al limite dell’estorsione. Talvolta beccano la multa, come un automobilista qualsiasi. Ma serve anche questo per respirare un po’. Ti affacci a guardare le stelle, dopo la notizia. E il cielo è un film in bianco e nero.


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