Sette anni a Zappia |per le bastonate ad Alì - Live Sicilia

Sette anni a Zappia |per le bastonate ad Alì

La vicenda, risalente allo scorso aprile, fece molto scalpore. Pietro Zappia, nella foto, ha fracassato il cranio a un giovane venditore di rose di origini egiziane. L'identificazione, l'arresto e il fiume di solidarietà nei confronti dell'extracomunitario che è tornato a vendere i suoi fiori nella movida peloritano.

Messina, condanna per l'uomo che picchiò il venditore di rose
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Il gup Massimiliano Micali ha condannato a 7 anni di reclusione, per tentato omicidio, con il rito abbreviato, Pietro Zappia, l’uomo che nell’aprile scorso aggredì a colpi di bastone il venditore di rose egiziano, Alì. Una vicenda che scosse molto Messina, l’egiziano, infatti, per l’arguzia, l’esuberanza del suo carattere, è molto amato in città. Poco amore, invece, nel gesto di Pietro Zappia, il 40 enne che la notte fra il 14 e 15 aprile scorsi, in compagnia della sua fidanzata, si trovava in un pub di via Loggia dei Mercanti. L’uomo, vedendo un mazzo di rose poggiato su un tavolino, all’esterno del locale, apparentemente abbandonato, lo offrì alla sua ragazza. Ma, non visto, c’era Alì, che con la vendita di quel mazzo ci campava due giorni. L’egiziano gli chiese di pagare quei fiori, forse lo fece in modo brusco, come sostenne Zappia. Forse ma, anche se vero, la reazione del messinese è stata del tutto sproporzionata. Così Zappia ha raccolto un nodoso bastone da terra e l’ha battuto sul cranio di Alì, ripetutamente. Quindi la fuga in auto, mentre l’egiziano è stato trasportato d’urgenza in ospedale e ricoverato per diversi giorni al reparto di Rianimazione.

Zappia, identificato ed arrestato per tentato omicidio, oltre che dai rigori della legge, è stato travolto da una campagna mediatica. Nella città in cui regna sovrana l’inciviltà, la futile aggressività, nella città cui potrebbero strappare lo Stretto senza che ci sia alcuna reazione da parte dei suoi abitanti, stranamente, ci fu un rigurgito di solidarietà, di corporativismo: una fiaccolata per Alì, lo sventurato venditore di rose assalito da un messinese senza garbo. Quel messinese chiese scusa, suo padre, addirittura, offrì un lavoro nella sua azienda alla vittima di quel figlio tanto aggressivo. Alì, con l’orgoglio delle piramidi, nonostante tempi in cui nessuno in cerca di occupazione stabile avrebbe rifiutato, disse no. Vende ancora le sue rose nei locali della movida messinese. E, c’è da giurarci, fa molti più affari di prima.

 

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