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Aquile, gufi o allocchi?

Ci fu un tempo, a cavallo del ritorno in Serie A, in cui Zamparini era il Re di Palermo. Oggi ci si scontra tra fratelli di tifo a colpi di “Gufo attassatore”, “Strisciato eterozigote” e “Ingrato nostalgico dei tempi di Ferrara”

LE IDEE
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La tifoseria rosanero è unica nel panorama calcistico italiano nella sua spaccatura verticale nel giudizio sull’uomo cui si devono i risultati migliori della storia del Palermo. Ci fu un tempo, a cavallo del ritorno in Serie A, in cui Zamparini era il Re di Palermo. Oggi ci si scontra tra fratelli di tifo a colpi di “Gufo attassatore”, “Strisciato eterozigote” e “Ingrato nostalgico dei tempi di Ferrara”. I tifosi rosanero, a seconda dello schieramento d’appartenenza, hanno ormai scambiato il grido “Forza Palermo” con “Forza (o abbasso) Zamparini”. Uno spettacolo stucchevole al quale Zamparini, statuario nella sua auto-referenzialità, assiste con distacco non disdegnando qualche battuta sprezzante che conferma in quale considerazione tenga l’opinione della tifoseria.

Non coltivo l’illusione di catalizzare una riflessione equilibrata tra persone che, piuttosto che insultarsi a vicenda, dovrebbero unirsi sotto la propria bandiera. Ma vorrei riflettere sull’ennesimo affare di mercato alla rovescia di questi anni: la cessione di Silvestre. Stando ai giornali, Silvestre fu preso lo scorso anno dal Catania per 7,3 milioni sull’unghia + mezzo Lanzafame. Oggi si apprende che è stato ceduto all’Inter per 8 milioni pagabili a rate (come fu per Cavani, Bovo e Cassani) e che l’altra metà di Lanzafame è stata regalata al Catania. Il Palermo è riuscito nell’impresa di annullare gli effetti dell’ottimo campionato di Silvestre, confermatosi il difensore più profilico della Serie A, e di far fare un affare a Moratti, uno dei più rinomati “polli da spennare” del calcio italiano. Si dirà che il Palermo trattava da una posizione di debolezza poiché Silvestre, vincolato da un contratto valido e liberamente sottoscritto, non aveva neppure aspettato la fine del campionato per dichiarare l’intenzione di non rispettarlo. E questo è il punto: una società professionistica senza i limiti gestionali del Palermo dovrebbe imporre un codice di comportamento e vietare certe manfrine a un tesserato vincolato. Se Silvestre fosse stato più riservato, il Palermo avrebbe potuto capitalizzare al meglio la sua cessione. Come succede a Chievo (caso Sorrentino), a Udine (30 milioni in due anni per Isla e Asamoah) o a Cagliari, dove Cellino ha appena rifiutato 12 milioni più bonus dallo Spartak Mosca per Astori. Al Palermo, giocatori e procuratori sanno che basta esternare a mezzo stampa per ottenere quanto si vuole. Come dimostra tale Kurtic che, dopo un esaltante campionato nel Real Varese, dichiara che resterà a Palermo solo con la garanzia del posto di titolare. E chi, se non il Palermo, dovrebbe pretendere dai propri tesserati rispetto per il Palermo e i suoi tifosi ?

La cifre per la cessione di Silvestre rappresentano l’ennesima voce di un bilancio delle compravendite che vede il Palermo, sempre a prestar fede ai giornali, regolarmente nella parte del compratore che si svena e del venditore che fa i saldi. Qualche esempio, solo per restare all’ultimo biennio ? Ai famosi 43 milioni di Pastore, bisogna togliere i 6 di acquisto, i 15 riconosciuti a Simonian e il minus-valore di Sirigu, svenduto a 3 milioni. Un prezzo risibile, se accostato ai 5 milioni per mezzo Viviano, che sarà dato in prestito per far parare Ujkani. Ancora gridano vendetta il caso Nocerino, valutato 8 milioni all’epoca della cessione di Amauri, e regalato al Milan per mezzo milione più la comproprietà di Ferreira e il gentile omaggio di Pinilla a Cellino, uno che i suoi gioielli se li fa pagare cari e amari. Come si conciliano queste cifre con i milioni pagati cash per Barreto, per mezzo Della Rocca e per Brienza, regalato alla Reggina e ripreso, quattro anni più vecchio, per 2 milioni? Siamo ancora all’inizio del mercato ed è presto per esprimere giudizi definitivi. Ma allo stato attuale la squadra che si è salvata per miracolo appare indebolita e inadatta al modulo di Sannino, come suggeriscono la miriade di tre-quartisti e la carenza di esterni di centrocampo e di una punta “pesante” più integra di Budan.

Ho cercato, applicando il buon senso, di fare alcune considerazioni economiche e tecniche che lasciano il tempo che trovano perché io sono solo un tifoso e perché, alla fine dei conti, il Palermo è una società privata il cui proprietario ha il pieno diritto di decidere. Nessuno pretende che Zamparini si sveni per la nostra, e ribadisco nostra, passione e so bene che non ci sono alternative. Ma coltivo l’illusione che una maggiore coesione della tifoseria rosanero avrebbe forse evitato questo immutabile atteggiamento da “il padrone sono io” i cui danni sono riflessi dal calo di presenze allo stadio e da una spaccatura fratricida che a me risulta intollerabile. E a coloro che dicono “Meritereste Ferrara e Polizzi”, obietto che non si può biasimare un povero che s’arrabatta, mentre è corretto censurare, con le dovute maniere, chi spreca pervicacemente le risorse di cui dispone. Altrimenti, noi che nasciamo aquile, per non fare la figura dei gufi, facciamo quella degli allocchi.


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