Sei sedute e otto ore di lavoro | Giugno, mese di "emergenze"... - Live Sicilia

Sei sedute e otto ore di lavoro | Giugno, mese di “emergenze”…

Doveva essere il mese buono per affrontare e risolvere molte questioni urgenti nell'Isola. Ma i deputati siciliani non hanno approvato (quasi) nessun ddl e si sono presentati in Aula alla media di due ore a settimana.

Tra la Cina e il Burkina Faso, c’é il nulla, o poco più. Il 30 maggio, il presidente dell’Ars Francesco Cascio incontrava il vicepresidente dell’assemblea del popolo cinese Uyunqimgk, il 2 luglio era la volta dell’ambasciatore del Burkina Faso Raymond Balima. Incontri istituzionali, diplomatici, di assoluto prestigio e importanza. Ci guardiamo bene dal pensarla diversamente. Peccato che questi incontri racchiudano un periodo nel quale l’Assemblea regionale ha approvato zero disegni di legge (tranne uno che, però, non decide nulla), compresi quelli di un certo peso economico e politico rappresentati dalla “manovrina” (il ddl 900), dall’assestamento di bilancio, dal rendiconto e dal cosiddetto “decreto blocca nomine”.

Emergenze, a detta dei deputati. Di tutti i deputati. Che, anzi, hanno “responsabilmente” messo in secondo piano il tema della mozione di sfiducia a Lombardo. “Prima le emergenza dei siciliani”, hanno raccontato per oltre un mese. Sarà. Eppure, queste emergenze, forse, tanto “emergenti” non erano. Visto che nel mese di giugno l’Assemblea regionale siciliana, si è riunita in seduta d’Aula la bellezza di sei volte. Per un “impegno” complessivo di otto ore e venti minuti circa. In un mese. Vi risparmiamo la “media giornaliera” di questa faticata (molto vicina all’intervallo tra il primo e secondo tempo delle partite di calcio).

Le chiamano emergenze. Ma quali sono queste emergenze? Perché spesso la risposta fornita dai politici è simile a quella dei genitori col senso di colpa nei confronti dei propri figli: “Non è mica la quantità, ma la qualità del tempo impiegato, che fa la differenza”. E allora, cosa ha fatto in quelle sei sedute l’Ars? Come ha “impreziosito” l’esiguità del tempo speso tra gli scranni di Sala d’Ercole?

Beh, diciamo subito che l’unico vero risultato ottenuto è stato quello di varare una “legge voto” sui precari. Votata praticamente all’unanimità. E ci mancherebbe, con le elezioni vicine. Il problema è che quella norma non fa altro che spostare a Roma l’onere della decisione. Insomma, dice: “Ecco qua, vi abbiamo preparato questo pacchetto, con tanto di richieste di deroghe che altre regioni non hanno, e proroghe di altre proroghe prima che sia troppo tardi. Adesso, cari deputati romani, decidete voi”. Certo, subito dopo i parlamentari siciliani si sono spesi in dichiarazioni con le quali si faceva cenno a una incessante attività di “stimolo”, di “pressione” nei confronti dei conterranei seduti a Montecitorio o Palazzo Madama.

Anche perché, nel frattempo, l’Assemblea aveva il suo “bel da fare”. Il cinque giugno, ad esempio, è stato il giorno buono per conoscere uno degli assessori estivi di Lombardo. La nomina di Francesco Aiello viene infatti ufficializzata in Aula. Il giorno dopo, sarebbe già il momento di rispondere a qualche interrogazione sull’”emergenza” agricoltura, ma Aiello non c’è. Il motivo? “L’assunzione di programmati impegni istituzionali”. Ma programmati quando? Sarà, del resto quella dell’assenza del governo è una costante, che vanifica un ordine del giorno dopo l’altro. Intanto, però, c’è il tempo per ospitare a Palazzo dei Normanni la “Scuola per la democrazia” intitolata a Piersanti Mattarella”, con convegni e lunghi incontri-studio.

Il 12 giugno, invece, l’Assemblea decide di spendere un’intera seduta per capire se il sindaco di Messina e deputato regionale Giuseppe Buzzanca può tenersi stretto le due cariche. E se quello successivo è il “gran giorno” della legge-voto sui precari, bisogna aspettare una settimana esatta (e siamo al 20 giugno) per prendere atto del nuovo fallimento di mezzo ordine del giorno. Già, stavolta gli “assenti” del governo, ai quali i deputati non potranno rivolgere le loro interrogazioni, sono Beppe Spampinato e Massimo Russo. Per quest’ultimo, a dire il vero, si tratta dell’ennesima latitanza dall’Aula. Una sfilza di assenze che ha suscitato l’ironia del pur moderato (ma pur sempre democratico) Roberto De Benedictis: “Il presidente Cascio – dice – ci consenta di svolgere le sedute a casa dell’assessore Russo. È l’unico modo per vederlo”.

Passa un’altra settimana, infine, e in una soffertissima seduta durata complessivamente 34 minuti (con tanto di intervallo di dieci minuti), l’Ars prende atto della “decadenza” di Buzzanca da deputato, dell’Arrivo di D’Aquino e del passaggio dell’assessore-onorevole Spampinato al gruppo di “Futuro e libertà per l’Italia”, in quota Api. Finita la seduta, appuntamento a luglio. Quando bisognerà scegliere la data della mozione di sfiducia a Lombardo. Ed è storia recente. Una conferenza dei capigruppo-fiume, impegna una intera giornata utile, per decidere di non decidere nulla.

Ora, si accomodi chi vuole dare del qualunquista. Ma sapete quanto è costato questo mese di Ars alle tasche dei siciliani? Qualcosa come 1 milione e 800 mila euro, se vogliamo solo fermarci alle spese per le “competenze” dei deputati. Una cifra che sale a 3,6 milioni di euro in un mese se consideriamo anche la spesa per il personale dell’Ars.

Non ci resta che luglio, adesso. La prossima seduta, infatti, è fissata già per giorno dieci. E un terzo del mese se n’è andato. Si tratta dell’ultimo vero mese di attività, visto che, stando alle annunciate dimissioni del presidente Lombardo, la legislatura, in sostanza, si concluderà il 31 luglio. Poi si passerà all’ordinaria amministrazione. Ma i capigruppo all’Ars hanno già tutto chiaro. Lo hanno deciso nella conferenza-fiume in cui non hanno deciso nulla. Adesso, si lavorerà per “le emergenze”. Vale a dire: approvazione del rendiconto, approvazione dell’assestamento di bilancio, manovrina finanziaria e decreto blocca nomine.

Ce la faranno in otto ore? Chissà. Intanto, il Pid denuncia: “Ancora una volta i rappresentanti della sparuta compagine politica che sostiene il governo Lombardo si attaccano al nulla pur di impedire la prosecuzione dell’iter del blocca nomine”. Che marcisce in prima commissione. Mentre in seconda Commissione, quella del bilancio, c’è il “grosso”: ddl 900, assestamento e rendiconto. Ma il 5 luglio, ecco cosa scrive il presidente proprio della Commissione bilancio Riccardo Savona: “A causa dell’assenza dell’assessore per l’Economia, la commissione non ha potuto procedere all’esame del Rendiconto generale dell’amministrazione della Regione, dell’assestamento del bilancio della Regione, ed al disegno di legge omnibus”. Quando si dice, “le emergenze”.

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