Il rebus della vicepresidenza| Spunta l'ipotesi staffetta - Live Sicilia

Il rebus della vicepresidenza| Spunta l’ipotesi staffetta

E' scontro nelle opposizioni per la seconda vicepresidenza del consiglio comunale. Il centrista Salvatore Finazzo (nella foto) è dato per favorito, ma con l'appoggio dell'Idv. E gli altri partiti di minoranza tentano il colpo di mano. Spunta anche l'ipotesi staffetta.

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E’ scontro tra le opposizioni a Sala delle Lapidi. E il motivo del contendere è la seconda vicepresidenza dell’Aula, visto che la vicaria andrà alla dipietrista Nadia Spallitta al termine di una votazione che è stata rimandata a domani mattina.

Se oggi è stato eletto il presidente, Totò Orlando, sul secondo vice la partita è ancora apertissima. Tramontata l’ipotesi che andassero entrambe alle opposizioni, a causa dei contrasti con il Pd sulla sfiducia al governatore siciliano Raffaele Lombardo, adesso la minoranza, divisa in almeno otto gruppi, dovrà convergere su un solo nominativo oppure andare alla conta.

E la giornata di oggi è stata dedicata appunto alla risoluzione del rebus che si annuncia assai complicato. I nomi in campo sono infatti sette: Felice Bruscia (Pid), Pino Faraone (Amo Palermo), Rosario Filoramo (Pd), Salvatore Finazzo (Udc), Giuseppe Milazzo (Pdl), Antonella Monastra (Per Palermo è ora) e Mimmo Russo (Mpa). Nel fine settimana le trattative tra i partiti del vecchio centrodestra sono state frenetiche, ma il timore è che l’Idv possa spostare una decina di voti sul candidato centrista facendo pendere così il piatto della bilancia dalla sua parte.

Un accordo, tra Idv e Udc, che in molti danno per blindato anche se dentro allo stesso gruppo degli orlandiani più di una voce si è levata contro l’ipotesi di un’ingerenza in una sfera che è di competenza delle minoranze. Ma che potrebbe essere anche il prologo di un’eventuale alleanza in vista delle Regionali.

Sta di fatto, comunque, che domattina si proverà a trovare la quadra. La fuga in avanti dell’Udc, che dà l’accordo con Orlando praticamente per fatto, ha innervosito gli altri partiti che adesso stanno tentanto il tutto per tutto per far saltare il banco e puntare su un nome a sorpresa. Ma i numeri non sono dalla loro parte: l’unica arma sarebbe la minaccia di un ostruzionismo a oltranza e il conseguente blocco dell’Aula, oppure l’accordo su eventuali posti di sottogoverno.

Il problema, però, è proprio la spaccatura delle opposizioni. Se queste trovassero un nome sostenuto da tutti, gli orlandiani probabilmente non si immischierebbero ma i nomi in campo sembrano veramente troppi. Ecco, allora, che è stata avanzata anche l’ipotesi di una staffetta: per due anni e mezzo Finazzo e nella seconda metà della consiliatura un altro nome gradito al centrodestra. Un’ipotesi neanche tanto irrealizzabile: un sistema simile viene usato per la presidenza delle commissioni e, da quest’anno, anche presidenti e vicepresidenti dei consigli sono sfiduciabili. Ma tutto è appeso al sottile filo delle trattative e dei compromessi.


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