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LiveSicilia.it / hl-catania / La famiglia “Ercolano” spacca la Camera di commercio

La famiglia “Ercolano”
spacca la Camera di commercio

Il nodo della discordia fra Pietro Agen e Ivan Lo Bello è la presenza, negli elenchi degli iscritti alla Camera di commercio etnea, di alcuni familiari di Pippo Ercolano, ritenuto il capomafia di Catania. Agen difende il nipote incensurato dello “Zio Pippo” e Lo Bello attacca: “A rischio il dialogo tra le due organizzazioni”.

Catania, scontro fra Lo Bello e Agen
di Antonio Condorelli
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A pochi giorni dall’elezione dei nuovi vertici della Sac, società che gestisce l’aeroporto di Catania, c’è una questione di “famiglia” che alimenta -dentro la Camera di Commercio- la spaccatura tra Confcommercio e Confindustria. La parentopoli che scotta è quella che vede, tra i migliaia di iscritti nel 2010 alla Confcommercio, anche le aziende di due figli e del nipote incensurato del boss Pippo Ercolano, ritenuto reggente di Cosa Nostra a Catania. Agen, durante l’ultima conferenza stampa ha difeso Angelo Ercolano (il nipote incensurato), ma Lo Bello non ci sta: “Queste dichiarazioni creano un problema serio tra le due organizzazioni, a rischio il dialogo”.

Agen difende Angelo Ercolano
Tutto è iniziato con alcune dichiarazioni – raccolte da LiveSicilia- del presidente di Confcommercio Pietro Agen durante la conferenza stampa organizzata dopo il commissariamento della Camera di Commercio disposto dal governo Lombardo. Alcuni degli iscritti alla Confcommercio, secondo la ricostruzione di Agen, “sono accusati di avere un cognome scomodo”. “E’ reato – chiede Agen – chiamarsi Ercolano a Catania?”.
Il caso è quello di Angelo Ercolano, nipote incensurato del boss Pippo Ercolano che guida la Sud Trasporti, “i suoi fratelli titolari di quote – continua Agen – sono incensurati e il padre Giambattista è stato assolto in appello”. Arriva la prima frecciatina ai rappresentanti degli industriali: “Vogliamo applicare il codice di Confindustria ai nostri iscritti? La ditta Sud Trasporti ha pieno diritto di essere socia di Confcommercio, quindi – insiste Agen – nessuno faccia più illazioni altrimenti scatta il penale”.
Oltre ad Angelo, negli elenchi degli iscritti depositati nel 2010 presso la Regione, è presente anche la Geotrans di Enzo Ercolano, figlio di Pippo, recentemente assolto dall’accusa di associazione mafiosa dopo essere stato arrestato in un’operazione a cavallo tra Sicilia e Campania, mafia e Casalesi. “La sua azienda è ancora oggi sospesa -conclude Agen- ma se vogliamo parlare di famiglie che hanno il monopolio nel settore dei trasporti bisogna guardare a Confindustria”.

Lo Bello attacca
Per il vice presidente nazionale di Confindustria Ivan Lo Bello, sarebbero “non tanto le dichiarazioni, quanto le omissioni di Agen sulla famiglia Ercolano a determinare un problema serio tra Confindustria e Confcommercio”. La prima dimenticanza di Agen, “è quella – attacca il leader degli industriali – di non aver citato la ditta individuale della sorella di Enzo Ercolano, anche lei figlia di Pippo Ercolano”. “Le sue dichiarazioni – continua Lo Bello rispondendo alla domanda di LiveSicilia – rendono molto difficile che le due categorie possano dialogare”. Ma questa è “una posizione catanese -chiosa il leader degli industriali- a Palermo la Confcommercio non è d’accordo”.
Il vice di Giorgio Squinzi precisa di aver “sempre premesso che gli Ercolano della Sud Trasporti sono incensurati”, ma la difesa di Agen sarebbe “reticente” e come prova il rappresentante degli industriali rilegge pubblicamente le stesse dichiarazioni del leader di Confcommercio. Agen chiede: “E’ reato chiamarsi Ercolano a Catania?”.
“No – risponde Lo Bello – ma la cosa che avrebbe dovuto aggiungere Agen, rispetto a queste considerazioni impeccabili, è che non si tratta di omonimi, ma di figli e nipoti di Pippo Ercolano, che ad oggi credo venga ritenuto da molti il vero capo di Cosa Nostra in questa città”. E ancora, per Lo Bello “chiunque in questa città ha il dovere di ricordare per esempio chi è stato Aldo Ercolano, il fratello di Enzo Ercolano, che è stato il killer di Pippo Fava e oggi è al 41 bis”.
“Tuteliamo – conclude il vice presidente nazionale di Confindustria – le persone che vogliono redimersi rispetto a una storia di famiglia, ma non scordiamoci della storia della famiglia Ercolano che è storia di sangue, di delitti, di omicidi”.

Pubblicato il 10 Luglio 2012, 09:45
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Commenti
  1. Fozzacatania 9 anni fa

    Onore a Pippo Fava

    Rispondi
  2. agata 9 anni fa

    Mettendo insieme le dichiarazioni rilasciate dal dott. Lo Bello nelle ultime due settimane mi rendo conto che il dott. Lo Bello è diviso dal dott. Agen da questioni che vanno ben oltre il nome di un socio dell’organizzazione dei commercianti di Catania.
    Vediamo i punti nodali:
    a) Agen sostiene che per il vertice SAC e per ogni altro incarico massimo si debbano fare due mandati consecutivi e per questo motivo si oppone alla riconferma di Mancini, sostenuto da Lo Bello, che, evidentemente, non fa proprio questo principio appartenendo forse alla corrente di pensiero (propria di quella politica che egli dice di combattere) che sostiene la bontà degli “incarichi a vita”. C’è da chiedersi perché Lo Bello sostenga con forza Mancini, che ovviamente non vuol rinunciare ad un compenso di 250 mila euro l’anno.
    b) Lo Bello parla di incarichi affidati a persone di qualità. Agen propone un docente universitario e Lo Bello fa finta di niente. Dica se questo docente è espressione della politica o, addirittura, di un politico in particolare, smentisca Agen su questo terreno, il terreno della qualità della persona proposta;
    c) l’assessore regionale Venturi, collega di Confindustria di Lo Bello, arbitrariamente commissaria anticipatamente la Camera di Commercio di catania. Lo bello tace, eppure dovrebbe indignarsi nella qualità di Presidente di un’altra Camera dfi Commercio per il vile tentativo della politica (Venturi è assessore della Giunta Lombardo) di bloccare Agen e non farlo andare all’assemblea dell’8 luglio per il rinnovo dei vertici SAC. Ma Lo bello tace. Perché? Ma ci pensa il TAR Catania che dichiara illegittimo quel commissariamento anticipato. Un Commissariamento che, dal mio punto di vista, è uno SCANDALO, è INQUIETANTE perché rappresenta solo il tentativo di affermarsi di certi poteri, di certi interessi. Ma Lo bello tace di fronte al tentativo della politica di entrare nel gioco, almeno che nel gioco voglia entrare la grande economia, dei gruppi forti e, quindi, deve tacere, deve acconsentire, deve essere solidale.
    d) Lo Bello chiede persone di qualità nella gestione della SAC, società che opera nell’ambito aeroportuale. Ma, pochi giorni fa, difendeva il Presidente dell’Interporto di Catania, ente che rappresenta la massima espressione dello spreco del denaro pubblico e dell’inefficienza. Insomma per lo Bello pare che valga la regola dei “due pesi e due misure”. Cioè se sono amici suoi suoi la regola dell’efficienza non conta. Indagate sull’interporto di Catania, raffrontatelo a quello di Bologna per i costi ed i risultati prodotti. Il tentativo di Lo Bello, e non solo, è quello di mettere fuori gioco Agen e così sposta l’attenzione su due soci dell’organizzazione dei commercianti. Non sta li “pomo della discordia”, la divisone. Non siamo sprovveduti, né ingenui. Agen, mi pare, rappresenti l’ostacolo ai poteri forti, alla grande economia. ai grandi gruppi, agli affaristi. Mi sbaglierò, ma mi sono convinta di ciò proprio alla luce delle dichiarazioni del dott. Lo Bello
    Ed il problema non è neanche la politica. Come dimostra la storia di sempre del nostro Paese i poteri forti comandano anche sulla politica, la condizionano, la utilizzano. Poi la politica cerca di trarne vantaggio, economico, clientelare ed elettorale. I poteri forti sono i grandi investimenti, come quelli che verranno all’aeroporto di Catania. E certamente il rappresentante dei commercianti Agen non è rappresentativo di questi interessi, preso com’è con i problemi dei piccoli negozi che chiudono e degli abusivi. Discorsi di poco conto e conti che, invece, devono tornare per i poteri forti. E’ la storia del nostro Paese che si ripete nella piccola Catania.
    agata

    Rispondi
  3. lupus in zagara 8 anni fa

    @agata:complimenti hai rappresentato la storia in maniera chiarissima,se permetti sottoscrivo il tuo commento!!

    Rispondi
  4. Omega 3 8 anni fa

    Aveva ragione Trilussa, che disse: “tra mill’anni anche un ladro e’ un antenato”….! Basta aspettare pazientemente e i discendenti di tutti i duellanti di oggi saranno la crema della societa’ futura!

    Rispondi
  5. chiara 8 anni fa

    Figli e i nipoti incensurati di Giuseppe Ercolano hanno tutti i diritti di fare, lavorare ed iscriversi a qualsiasi categoria. Devono avere la possibilità di vivere serenamente e redimersi dalla loro storia familiare, comunque dolorosa per loro.

    Rispondi

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