Messina, sequestro da 70 milioni |per Michele Rotella, il "Barone" - Live Sicilia

Messina, sequestro da 70 milioni |per Michele Rotella, il “Barone”

Società, appezzamenti di terreno, abitazioni e autoveicoli, per un valore totale di 70 milioni di euro, sono stati sequestrati a Michele Rotella, 72 anni, detto il "Barone", esponente di spicco della mafia di Barcellona Pozzo di Gotto.

Mafia, ecco l'elenco dei beni
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Una Desk Interforze, voluta dal procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, per aggredire i patrimoni di provenienza illecita. E’ in questo contesto operativo che si sono mossi i Carabinieri della Compagnia di Barcellona, dando esecuzione al decreto del Tribunale di Messina, su proposta della Dda, che ha posto i sigilli a beni riconducibili all’imprenditore barcellonese Michele Rotella, 72 anni, detto “ Il Barone”, detenuto a seguito di condanna a 12 anni di reclusione, emessa in primo grado dalla Corte d’Assise, nell’ambito della operazione Vivaio. Un sequestro di notevole entità, quello attuato sul patrimonio di Rotella, forse il più grosso del comprensorio messinese disposto nei confronti di un singolo: 70 milioni di euro. Un tesoro che, a detta del procuratore Lo Forte, Rotella avrebbe accumulato grazie al grosso affare che rappresenta la discarica di Mazzarà S.Andrea. A detta del procuratore, infatti, “ il Barone”, il sindaco del piccolo comune limitrofo alla città del Longano, Sebastiano Giambò, e “l’eccellenza” della mafia barcellonese, Carmelo Bisognano ( poi divenuto collaboratore di giustizia), avrebbero dato vita ad una triade che, sulla base di accordi chiari, gestiva l’imponente giro di affari che ruotava attorno alla discarica più utilizzata della Sicilia e, di conseguenza, anche gli appalti che l’imprenditore Rotella assorbiva in quanto titolare di parecchie società, assumendo, dunque, il monopolio dei lavori. Lavori che poi cedeva in subappalto a Bisognano, titolare di altre ditte minori.

Ecco quelle riconducibili a Rotella:

L’impresa individuale “IMPRESA COSTRUZIONI ROTELLA MICHELE”, con sede a Roma ed unità locale a Barcellona Pozzo di Gotto, con oggetto sociale la produzione di conglomerato cementizio, le costruzioni edili stradali ed altro;

La CA.ROT. SRL, con sede a Rodì Milici, con oggetto sociale la produzione e commercio di calcestruzzi, inerti, conglomerato bituminoso, strutture prefabbricate per l’edilizia, lavori di movimento terra;

La AGP AZIENDE GENERALI PUGLISI SRL, con sede a Messina. Oggetto sociale l’apertura di cave, produzione, lavorazione e vendita di inerti, produzione e vendita di manufatti in cemento.

“Il Barone” fu arrestato nel 2008, quando scattò l’operazione Vivaio, indagato per concorso esterno all’associazione mafiosa barcellonese e per concorso in estorsione. Poco dopo il Tribunale del Riesame ne dispose la scarcerazione.

Lo scorso 30 marzo, arriva la condanna a 12 anni per lui, a 14 anni per il sindaco Giambò. Furono i pentiti Bisognano e Santo Gullo a dare supporto agli inquirenti per incastrare i due maggiori componenti della “triade”. Gullo, in particolare, rivelò che Michele Rotella era prestanome di parecchie società che, in realtà, appartenevano alla mafia.

Questi beni sequestrati:

a) Impresa CA.ROT. Srl

b) Impresa Costruzioni ROTELLA Michele.

c) quote di spettanza di Michele Rotella Michele e del figlio, Angelo, di A.G.P.

d) quote di spettanza di Angelo e Filippo Rotella ( altro figlio di Michele) di “AZZURRA di ROTELLA Angelo & C. Sas”, con sede a Barcellona, società attiva nella conduzione di operazioni nel settore immobiliare, turistico ed alberghiero, lavori edili e stradali ed altro.

e) “Azienda Agricola PILLERA” di Angela PILLERA e C. S.a.s, ( Angela Pillera è moglie di Rotella) con sede a Rodì Milici, con oggetto sociale la fabbricazione di olio di oliva grezzo, fabbricazione di olio di oliva raffinato, commercio all’ingrosso di fiori e piante, ortaggi, olive ed altro, realizzazione e coltivazione di vivai ed altro;

f) 88 terreni (o quote di terreni) a Barcellona Pozzo di Gotto, Furnari, Basicò, Terme Vigliatore, Rodì Milici e Villafranca Tirrena, per circa 12 ettari complessivi

g) 3 fabbricati rurali ed alcuni magazzini commerciali a Furnari;

h) 8 abitazioni a Furnari e Barcellona Pozzo di Gotto;

i) 3 negozi a Terme Vigliatore

j) 7 autovetture;

k) 11 autocarri;

l) 3 semirimorchi;

m) 3 trattori stradali;

n) saldi attivi e titoli di credito per circa 10 milioni di euro;

Valore complessivo quantificabile in circa 70 milioni di euro.

 


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