Trovati resti di un tempio arcaico: |è il più antico dell'area - Live Sicilia

Trovati resti di un tempio arcaico: |è il più antico dell’area

L'importante scoperta è avvenuta nel corso della campagna di scavi nell'ambito della convenzione tra l'assessorato regionale, il Parco archeologico di Selinunte e l'Institute of Fine Arts della New York University con l'equipe diretta dal professor Clemente Marconi (nella foto uno dei reperti archeologici).

Selinunte
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E’ un’offerta votiva alla dea Demetra, la protettrice del grano e dell’agricoltura, il piccolo flauto in osso, perfettamente conservato e risalente al 570 a.C., trovato assieme a un piccolo vaso corinzio, bracciali e pendenti, sotto il tempio R di Selinunte. Sono i resti di un grande tempio arcaico che, alla luce dei dati stratigrafici e dei materiali archeologici, risulta essere il più antico dell’area.

Nei mesi scorsi erano già stati identificati parte del muro e del pavimento, adesso sono stati messi in luce due fori di palo di grandi dimensioni, che potrebbero essere i resti del colonnato centrale. La ceramica rinvenuta in prossimità dei fori di palo è stata datata intorno al 650-625 a.C., inclusa un vaso dalla forma allungata (lekythos) di stile protocorinzio con animali che pascolano.

L’importante scoperta è avvenuta nel corso della campagna di scavi nell’ambito della convenzione tra l’assessorato regionale, il Parco archeologico di Selinunte e l’Institute of Fine Arts della New York University con l’equipe diretta dal professor Clemente Marconi. Le ricerche, che si sono concentrate sul Tempio R, collocato subito a sud del Tempio C, hanno confermato le ipotesi formulate negli anni passati in base all’indagine all’esterno dell’edificio: in età ellenistica, verso il 300 a.C., l’interno del tempio R è stato colmato con uno spesso riempimento di tegole, terra e anfore da trasporto, alto più di un metro. Il risultato è stato di avere integralmente sigillato i livelli arcaici e classici del Tempio R, facendo oggi ritrovare perfettamente conservato il piano pavimentale del V secolo.

“E’ un’altra scoperta eccezionale – ha detto l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo – dopo quella effettuata nelle scorse settimane nella parte sud della Villa del Casale di Piazza Armerina. E’ la prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che la Sicilia è un giacimento di tesori ancora in parte inesplorato, che devono essere tutelati e conservati per non lasciarli all’incuria o, peggio, nelle mani di trafficanti senza scrupoli”. Nel tempio arcaico ci sono abbondanti tracce di incendio, devastazione, e sono state trovate punte di frecce, riferibili alla presa cartaginese della città nel 409 a.C ma anche i i frammenti di una lekythos attica a fondo bianco (ca. 480 a.C.) confrontabile in stile con analoghe opere del pittore Douris, o i frammenti delle terrecotte architettoniche policrome del Tempio C e di altri edifici arcaici dell’Acropoli. “Questo predecessore del Tempio R – dice Clemente Marconi, professore all’Institute of Fine Arts della New York University e responsabile dello scavo per la parte americana – è al momento il tempio più antico di Selinunte, e uno dei templi più antichi fin qui scavati in Sicilia”.


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