Gesip, ecco altri cinque milioni| Roma: modificate il piano - Live Sicilia

Gesip, ecco altri cinque milioni| Roma: modificate il piano

Da Roma arriva l'ok al piano del Comune, ma con riserva sui costi dei servizi. E il governo dà il via libera ad altri cinque milioni.

MARCHETTI: "UN BUON RISULTATO"
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Da Roma arrivano altri cinque milioni per la Gesip, ovvero la seconda tranche prevista dalla proroga dell’ordinanza di Protezione civile firmata lo scorso fine aprile. Un ennesimo stanziamento che dovrebbe così consentire all’azienda di tirare avanti per tutto agosto. “Ho parlato con il sindaco Orlando – ha detto a Livesicilia il vicesindaco Ugo Marchetti – e per la prossima settimana convocheremo una conferenza stampa per chiarire i programmi dell’amministrazione circa il prossimo bilancio”.

L’incontro tecnico della task force, tenutosi tra Marchetti e l’assessore comunale alle Aziende Cesare Lapiana da un lato e i tecnici dei ministeri dell’Interno e dello Sviluppo economico, si è concluso con un’approvazione a metà del piano predisposto da Palazzo delle Aquile: il governo ha infatti chiesto alcune modifiche e soprattutto delucidazioni sulla ripartizione dei costi della società, che dovranno essere forniti nel giro di una settimana da piazza Pretoria.

“L’incontro è andato benissimo, anche se è stato interlocutorio – continua Marchetti – c’è da completare un percorso. Ma dobbiamo anche approfondire con il governo la norma nazionale che prevede la liquidazione delle società partecipate che svolgono servizi strumentali: dobbiamo dare una risposta tecnica a un vincolo giuridico”.

Già, perché l’articolo 4 del decreto legge emanato dall’esecutivo Monti prevede per l’appunto la privatizzazione dei servizi strumentali e la conseguente liberalizzazione. Peccato che, a Palermo, una netta distinzione tra servizi pubblici e servizi strumentali non sia mai stata fatta e anzi le due sfere risultino contemporaneamente esistenti in più di un’azienda. A questo punto, Palazzo delle Aquile dovrà correre ai ripari e concordare una exit strategy con Roma, con una riorganizzazione complessiva di tutto il sistema dei servizi.

“Sia chiaro però – conclude Marchetti – che noi non chiediamo l’elemosina, noi paghiamo servizi e lavoratori che svolgono tali servizi. Noi paghiamo lavoro e retribuzioni, non andiamo da nessuno col cappello in mano. Parliamo di servizi che, comunque, devono essere svolti”.

“A questo punto – commenta Salvo Barone di Asia – diventa inevitabile l’adozione di una soluzione che suggeriamo da tempo, con la creazione di due società consortili che permetterebbe di risparmiare soldi e rendere efficiente il sistema”.


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