"Attentato alla Costituzione" - Live Sicilia

“Attentato alla Costituzione”

Salvatore Borsellino (nella foto), fratello di Paolo, aveva già chiesto l'impeachment di Giorgio Napolitano. E, alla luce dell'iniziativa del Colle, alza ulteriormente il tiro.

Reazioni. Salvatore Borsellino
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“Avevo parlato della possibilità d’impeachment per il presidente Napolitano, io credo che a questo punto si tratti di un vero e proprio attentato alla Costituzione da parte del capo dello Stato”. È questa la reazione di Salvatore Borsellino dopo che il Quirinale ha sollevato il conflitto d’attribuzione nei confronti della procura di Palermo davanti alla Corte Costituzionale.

Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le intercettazioni telefoniche, finora mai trascritte e divulgate, che lo vedrebbero colloquiare con l’ex vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, sarebbero lesive delle prerogative costituzionali.

Diversa l’opinione del fratello del giudice Paolo Borsellino, in questi giorni a Palermo proprio per organizzare la ventesima commemorazione della strage di via d’Amelio. “La notizia di questa incredibile iniziativa del Capo dello Stato – ha detto Borsellino – mi è arrivata oggi proprio mentre stavo finendo di parlare a una conferenza stampa di presentazione della manifestazione delle Agende Rosse in ricordo della strage di via d’Amelio. Stavo proprio dicendo che forse avevo esagerato a chiedere l’impeachment per Napolitano”.

Il riferimento è al periodo in cui vennero pubblicate dai giornali le intercettazioni tra il consigliere giuridico del Colle, Loris D’Ambrosio, e lo stesso Mancino, timoroso di finire inquisito nell’indagine della procura di Palermo sulla trattativa Stato – Mafia. “Ora devo dire che non solo non ho esagerato a chiedere l’impeachment, ma credo che a questo punto sia in atto un attentato alla Costituzione da parte del presidente della Repubblica. Qui si tratta delle intercettazioni di un soggetto sottoposto ad indagini, il fatto che quel soggetto, intercettato, parli col presidente della Repubblica non deve assolutamente influenzare il comportamento di Napolitano nei confronti nella procura palermitana”.

Per Borsellino il fatto che l’intervento del capo dello Stato arrivi a due giorni dal ventesimo anniversario della strage di via d’Amelio è un aggravante. “Invece di portare verità e giustizia in via d’Amelio attaccano la procura che indaga su quei fatti. Si tratta del gesto un uomo disperato che sa cosa contengono quelle intercettazioni, io non le posso conoscere ma probabilmente lui sa che in quelle telefonate ci sono delle rassicurazioni all’indagato Nicola Mancino perché possa sfuggire alla giustizia. Se un’intercettazione del genere esiste il presidente della Repubblica non può che dimettersi. Io sono sicuro che tali intercettazioni non sarebbero mai state rese note, ma evidentemente Napolitano ha paura”.


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