Under 21, inizia l'era Mangia:| "Io nel solco di Prandelli" - Live Sicilia

Under 21, inizia l’era Mangia:| “Io nel solco di Prandelli”

L'ex tecnico del Palermo alla guida degli azzurrini è stato presentato oggi in Federcalcio dal presidente Giancarlo Abete, del vice Demetrio Albertini, del dg Antonello Valentini, e dal coordinatore della nazionali giovanili Arrigo Sacchi. "Per un giovane come me, che ama questo lavoro, è una delle cose più gratificanti allenare l'Under 21. E' un segno di grande stima e responsabilità".

L'ex tecnico rosa presentato da Abete
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Continuare il lavoro di Ciro Ferrara seguendo però l’esempio di Cesare Prandelli. L’obiettivo dell’ex allenatore del Palermo Devis Mangia, nuovo tecnico dell’Under 21, è chiaro: “Spero di riuscire a fare un gioco propositivo. E l’esempio è quello arrivato dalla nazionale maggiore all’Europeo, in cui ha provato sempre a fare un calcio totale. L’obiettivo è riuscire a mettere il gioco al centro di tutto, dovremo convogliare le qualità dei nostri giovani all’interno di un’idea”. Nel giorno della presentazione ufficiale in Federcalcio, al fianco del presidente Giancarlo Abete, del vice Demetrio Albertini (n.1 del Club Italia), del dg Antonello Valentini, e del coordinatore della nazionali giovanili Arrigo Sacchi, l’ex tecnico del Palermo non ha nascosto la soddisfazione per l’incarico sulla panchina degli Azzurrini. “Per un allenatore giovane come me, che ama questo lavoro, è una delle cose più gratificanti allenare l’Under 21 – ha ammesso – E’ uno degli incarichi più prestigiosi del calcio italiano. Quando si viene scelti non c’é nemmeno da chiedersi il perché, bisogna solo accettare, rimboccarsi le maniche e lavorare. E’ un segno di grande stima e responsabilità”. “Cosa avrei fatto se mi avessero detto cinque anni fa che sarei arrivato alla panchina dell’Under 21? Avrei chiamato un’ambulanza per farli ricoverare. Per questo ringrazio la Federazione, mi viene data una grossa opportunità” ha quindi aggiunto Mangia che debutterà in amichevole il 15 agosto contro l’Olanda a Leeuwarden, per poi cercare di raggiungere l’aritmetica qualificazione ai play-off del prossimo Europeo di categoria nelle gare del 6 e 10 settembre a Casarano contro Liechtenstein e Irlanda. Per quanto riguarda il ruolo di selezionatore, Mangia ha sottolineato che prenderà spunto dal lavoro di Cesare Prandelli. “Davanti a me ho il suo esempio. Il mio modo di lavorare cercherà di essere il più simile possibile a quello del ct – ha dichiarato – La sua filosofia di lavoro ha fatto passare un messaggio importante, nell’ultimo Europeo si è vista una Nazionale-squadra. E la mia idea è proprio quella di lavorare per arrivare ad essere una squadra, tutti all’interno dello stesso contesto”. Tutti uniti per riportare gli Azzurrini al loro antico valore. “Vogliamo riprendere positivamente il percorso dell’Under 21 dopo l’amara esperienza legata all’eliminazione dalla fase finale degli Europei e la conseguente impossibilità di partecipare ai Giochi di Londra” le parole di Abete condivise da Albertini: “Mangia è stato scelto per le qualità messe in evidenza con le esperienze in formazioni giovanili e nel suo breve ma intenso percorso a Palermo. E’ la persona giusta per proseguire il lavoro di crescita di gioco e squadra impostato da Ferrara. L’augurio è quello di arrivare nel miglior modo possibile alla qualificazione per poi disputare un grande Europeo”. Compito che però era stato affidato al duo composto da Ferrara e Peruzzi prima che questi cedessero alle lusinghe della Sampdoria. Un addio che soprattutto ad Arrigo Sacchi non sembra essere andato particolarmente a genio. “Vorrei ringraziare Ferrara, nei suoi confronti la riconoscenza è grande – ha spiegato il coordinatore delle giovanili azzurre – ma devo ammettere che mi è dispiaciuto molto perché lasciare a metà comporta sempre qualche trauma. Ferrara ha fatto molto per noi, ma anche la Federcalcio ha fatto qualcosa per lui. Speravamo restasse fino alla fine, ma non dobbiamo scandalizzarci, sappiamo come vanno le cose in questo mondo”. Meglio quindi voltare pagina e andare avanti con Mangia e la sua idea di calcio totale “che prima poteva essere un’esigenza per qualcuno, mentre oggi è una necessità”. “Abbiamo bisogno di evolverci e di credere di più nei giovani – ha concluso Sacchi – Vogliamo avere squadre che cerchino di essere padrone del campo e del pallone, anche perché a costruire si impara di più che a distruggere”.


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