"Sono diventato un bersaglio" | Ingroia va in Guatemala - Live Sicilia

“Sono diventato un bersaglio” | Ingroia va in Guatemala

Il procuratore aggiunto, Antonio Ingroia, parla delle ultime polemiche che lo hanno visto coinvolto. E dice: "Sono diventato un bersaglio".

Parla il magistrato
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“Io non mi sento in guerra con nessuno, però che sia diventato un bersaglio questo lo avverto anch’io. Non mi appartiene la logica della guerra, in questi anni ho cercato di muovermi sempre seguendo gli insegnamenti di Paolo Borsellino”. E’ quanto afferma alla Stampa il procuratore di Palermo, Antonio Ingroia, che aggiunge di aver “apprezzato e condiviso il richiamo del Capo dello Stato alla necessità di lavorare senza sosta e senza remore per accertare la verità sulla strage di via D’Amelio”. E annuncia che a settembre partirà per il Guatemala, accettando l’offerta delle Nazioni Unite per un incarico annuale. Per quanto riguarda le intercettazioni legate all’inchiesta sulla trattativa stato-mafia, Ingroia spiega: “Sono state depositate solo quelle ritenute rilevanti. Quelle del tutto irrilevanti sono rimaste in un altro procedimento che avrà certamente tempi più lunghi”. Sulle indagini aggiunge: “La Procura ritiene di aver ricostruito la trama e di aver individuato i principali protagonisti ma rimangono ancora dei buchi neri”.

Alla fine lascia: Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo titolare della indagine sulla trattativa Stato-mafia e al centro di roventi polemiche per le intercettazioni delle conversazioni del presidente della Repubblica Napolitano, finite davanti alla Consulta, andrà in Guatemala, come scrivono alcuni giornali. Come anticipato a giugno dall’ANSA, il magistrato era stato contattato dalle Nazioni Unite per ricoprire un incarico annuale di capo dell’unità di investigazioni e analisi criminale contro l’impunità nel Paese centroamericano. Il, progetto, però, aveva avuto una battuta d’arresto. Secondo indiscrezioni, il pm aveva chiesto informalmente al Csm di mantenere il posto di aggiunto a Palermo, trovando una fredda accoglienza a Palazzo dei Marescialli.

La vicenda era stata seccamente smentita da Ingroia che aveva negato di avere ricevuto proposte formali dall’Onu e che aveva sostenuto che si trattava di mere ipotesi. “Da tempo le Nazioni Unite mi hanno proposto l’incarico – dice il pm – La proposta la considero una sorta di prosecuzione della mia attività in Italia. In quelle latitudini, per fortuna, i giudici antimafia italiani sono apprezzati anziché denigrati e ostacolati”. Il magistrato dovrebbe lasciare Palermo in autunno.


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