Trova 700 euro e li restituisce |"Non è stata un'azione eccezionale" - Live Sicilia

Trova 700 euro e li restituisce |”Non è stata un’azione eccezionale”

Un pensionato di 82 anni, Federico Hoefer, ha trovato un portafoglio con 700 euro e lo ha consegnato ai carabinieri che lo hanno restituito al legittimo proprietario. LiveSicilia lo ha intervistato e scoperto che è un poeta e autore di numerose raccolte.

La mattina del 24 luglio alle 11 e 30 circa, un signore di 82 anni esce dalla sua abitazione a Gela e si incammina, guardando a terra. Si china e raccoglie un portafogli con dentro la bellezza di 700 euro. Non ci pensa su due volte e va a consegnarlo ai carabinieri. Protagonista di questo gesto ordinario – eppure straordinario – è Federico Hoefer, nato a Porto Empedocle e residente a Gela dal 1963. Il signor Hoefer è un pensionato, ha lavorato tanti anni come responsabile dell’ufficio stampa per l’allora Anic di Gela: erano tempi ancora segnati dall’ingegnere Mattei, l’attuale Eni aveva come denominazione l’acronimo di Agenzia Nazionale Idrogenazione Combustibili. Il signor Hoefer è stato anche un giornalista pubblicista, collaboratore di tante testate locali, ed è anche poeta.

Signor Hoefer, ci racconti cosa l’ha spinta a rivolgersi subito ai carabinieri, per restituire i soldi. I tempi che corrono sono dei peggiori, lei ha compiuto un gesto straordinario.
“Il mio è un gesto straordinario? Oggi è capitato a questa persona di perdere dei soldi, ma se fosse capitato a me o a voi, non avreste voluto lo stesso trattamento? I tempi sono diventati balordi, ma non per questo restituire dei soldi al legittimo proprietario deve essere vista come un’azione eccezionale”.

Lo sbadato fornaio che ha perso i soldi non deve averla pensata così. È stato contattato da qualcuno, dopo aver portato il portafogli in caserma?
“No, non mi ha contattato nessuno. Ieri mattina stavo semplicemente passeggiando, guardando per terra. Quando passeggio tendo a guardare a terra perché anche le formiche hanno un anima, voglio evitare di pestarle. Sarà per questo che ho un buon occhio: non è la prima volta che trovo un bel gruzzolo per strada. Vivo di pensione certo, se trovassi 50 centesimi per strada li prenderei, ma non potrei mai togliere una tale somma di denaro a qualcuno che l’ha guadagnata. Quindi ripeto, nulla di eccezionale”.

Eppure lei non sembra una persona qualsiasi: di origini tedesche, poeta, giornalista…
“Le mie origini risalgono a mio nonno che sì, era tedesco. Ma io sono siciliano: sono nato a Porto Empedocle, mi sono trasferito nel 1963 a Gela. Ho studiato ragioneria al Liceo di Agrigento, poi mi sono iscritto a Lingue, all’università Orientale di Napoli. A proposito, il detto che circola è sbagliato, si dovrebbe dire Vedi Napoli e poi vivi. Alla fine non mi sono laureato, ma ho lavorato come responsabile dell’ufficio relazioni dello stabilimento ANIC di Gela e intanto collaboravo con i giornali locali. Ho scritto per La Sicilia di Catania e Il Corriere di Gela, come giornalista pubblicista.”

E della sua attività di poeta cosa vuole dirci?
“Non esiste la professione di poeta. Scrivo poesie, ma non è un lavoro”.

Nessuna vanagloria, nessun impettirsi: scrive per vera passione, il signor Hoefer.
“Sono uno all’antica, non riesco ad abituarmi ad internet: persino il cellulare lo utilizzo solo perché mia moglie insiste. Scrivo ancora con la mia Lettera 22, anche se ho qualche problema a trovare la carta carbone e le cartucce. Da un paio d’anni non esercito più la professione di giornalista, ma non mi tiro mai indietro se mi viene richiesta una collaborazione. Sapete com’è, i vecchi amori non si scordano mai.”

Che lo faccia di professione o no, si percepisce una certa poesia nel chiacchierare col signor Hoefer, ed anche una lucidità tipica di chi ha l’anima del giornalista: “I tempi cambieranno in peggio se non guardiamo al futuro con speranza. Oggi spostarsi costa, ma ai miei tempi era necessario essere presenti per conoscere i fatti e informare. Bisogna ricercare le notizie, bisogna fare gavetta per diventare un buon giornalista.”

Ecco come una piccola notizia di cronaca si trasforma in un’antica tradizione: rivelare ai giovani i segreti di un mestiere, comunicare con gioia cosa si può fare per migliorare il presente, guardando un po’ nostalgici al passato. Il tutto condito da un’onestà che a volte non ci sembra propria dei nostri tempi, ma che dovrebbe decisamente tornare in auge.


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