A vent'anni dalla morte di Rita Atria, |a Partanna non c'è una sola lapide - Live Sicilia

A vent’anni dalla morte di Rita Atria, |a Partanna non c’è una sola lapide

Ricorre il ventennale del suicidio della giovanissima testimone di giustizia che non ha saputo reggere alla notizia dell'uccisione dello "zio" Paolo Borsellino. Oggi una messa in suo nome ma nel suo paese d'origine non c'è traccia del suo ricordo.

La commemorazione nel Trapanese
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In quest’anno costellato di celebrazioni, il ventennale delle stragi di mafia passa per la tappa del 26 luglio: in questo stesso giorno del 1992 Rita Atria, diciottenne e in procinto di sostenere gli esami di maturità, decise di porre fine alla sua vita.

Rita è cresciuta in una famiglia di Partanna, nel Trapanese, legata a Cosa Nostra, con un padre che amava, il “paciere” don Vito. Dopo il matrimonio del fratello Nicola con Piera Aiello, Don Vito viene ucciso: la mafia inizia così ad insinuarsi nella vita della ragazza, cambiandola per sempre. Lo stretto legame col fratello e la sua stessa dipartita in un agguato nel ristorante che gestiva insieme alla moglie, testimone dell’evento, segnano il punto di svolta nella breve vita della ragazza: la cognata decide di diventare testimone di giustizia, infangando così il “buon nome” dell’intera famiglia. Ma Rita capisce che è la strada giusta, che deve farlo anche lei: è così che il 5 novembre 1991 si reca dall’allora procuratore di Marsala Paolo Borsellino, “Zio Paolo”, come lo chiamerà in seguito.

Borsellino la sostiene e, quando iniziano le indagini e i numerosi arresti scaturiti proprio grazie alle testimonianze della giovane, la aiuta ad andare via dalla Sicilia. Rita sceglie Roma, e lì vive nello stesso appartamento con la cognata. Ma è troppo giovane, ripudiata dalla famiglia e dagli amici, e, come ogni adolescente, è fragile.

Arriva il fatidico 19 luglio 1992 e Rita scrive nei suoi diari “Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi ma io senza di te sono morta.”. Ad una settimana dalla morte del magistrato, il peso di una vita da sola, lontana da tutto ciò che aveva conosciuto e amato e senza il suo protettore, diventa troppo grande per la diciottenne e Rita si toglie la vita, gettandosi dal balcone del suo appartamento.

A Partanna non c’è una lapide con la foto di Rita Atria: pochi giorni dopo il funerale, la madre non sopportò la vista di quella che era stata deposta, prese un martello e la distrusse. In previsione del ventennale è stata realizzata una nuova lapide in memoria di Rita, ma a causa di problemi burocratici verrà deposta in un apposito spazio nel cimitero soltanto nei prossimi giorni.

Ed è sempre a Partanna, quel luogo che ha dovuto abbandonare perché abbandonata, che si svolgerà una messa in sua memoria: saranno Don Luigi Ciotti e il Vescovo della Diocesi di Mazara, monsignor Domenico Mogavero, a presiedere la funzione religiosa alla chiesa madre alle 19 di questo pomeriggio, per ripartire dalla terra in cui la storia di Rita è iniziata.


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