Ars, pianta organica più snella | Ma aumentano i dipendenti - Live Sicilia

Ars, pianta organica più snella | Ma aumentano i dipendenti

Passa la proposta di riduzione che porterà il numero massimo dei lavoratori di Palazzo dei Normanni da 293 a 258. In realtà, però, attualmente lavorano 242 dipendenti, che diventeranno 256 con la conclusione di alcuni concorsi già avviati.

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Anche l’Assemblea regionale siciliana vara la sua piccola “spending review”. L’Ars infatti ha approvato la nuova pianta organica di Palazzo dei Normanni, che farà scendere il numero massimo dei dipendenti da 293 a 258. Insomma, la riduzione sarà di 35 lavoratori, compensata in qualche modo dalla scelta di esternalizzare alcuni servizi come quello assai discusso dei “resocontisti”.

In realtà, però, al di là delle previsione di riduzione, nelle prossime settimane i dipendenti dell’Assemblea cresceranno. Al momento, infatti, il personale è di gran lunga sottodimensionato rispetto alla pianta organica. Sono 242, infatti, i dipendenti dell’Ars. Ma, come detto, presto ne arriveranno di nuovi, visto che sono quasi conclusi o in itinere concorsi che porteranno all’assunzione di 18 nuovi dipendenti, tra assistenti parlamentari (3), coadiutori (12) e segretari (3). In quattro, invece, andranno in pensione d’ufficio. Così, insomma, mentre la presidenza dell’Ars sceglie di abbassare il tetto del numero complessivo dei lavoratori, questi aumenteranno nei prossimi giorni.

E la scelta di votare la modifica della pianta organica ha sollevato qualche malumore in Aula. “Non è vero – ha detto il deputato del Pd Pino  Apprendi – che esternalizzando alcuni servizi specie quello relativo ai resoconti parlamentari l’Ars potrebbe risparmiare, dal momento che già oggi, ed a maggior ragione con il concorso che si sta per concludere, Palazzo dei Normanni potrà contare sul personale interno necessario. E non è vero – aggiunge Apprendi – neppure che riducendo la pianta organica si risparmierà perché si tagliano assistenti parlamentari che sono l’asse portante per i lavori d’aula, mentre i dirigenti che incidono maggiormente sui costi, si riducono ‘appena’ del 10% e non del 20%, come chiesto dal governo nazionale”.

Secondo Fabio Mancuso, non si sarebbe tenuto conto, nell’operare i tagli, delle esigenze di funzionalità del Palazzo, oltre al fatto che “i sindacati hanno distribuito un loro progetto di riduzione, che non comporterebbe nuove spese. Quello portato in Aula dalla presidenza – continua Mancuso – rischia di ridurre formalmente i numeri, ma aumentare le uscite”. Ma i tagli, in alcuni casi, sarebbero logici secondo Santi Formica, secondo cui “il rapporto tra il personale dell’Ars e quello del Senato, al quale siamo legati da legge, è di uno a tre. Ma nel caso degli assistenti parlamentari questo rapporto sale a ‘uno a due’”. Ma il rischio dietro alla votazione di questi tagli, secondo Michele Cimino di Grande Sud, sarebbe anche quello di innescare “un nuovo meccanismo di denigrazione nei confronti di lavoratori che hanno già subito attacchi persino da un assessore”. Secondo il capogruppo dei miccicheiani, Titti Bufardeci, invece, molto semplicemente, la discussione di questa modifica della pianta organica è “intempestiva. Io – spiega – sono preoccupato dalle prossime ore nelle quali dovremo discutere assestamento, manovra, spending review. Non credo – aggiunge – che ai siciliani oggi interessi molto questo intervento sulla pianta organica”.

Ma alla fine, come detto, l’Aula ha dato comunque il suo “via libera” al ridimensionamento del personale di Palazzo dei Normanni. Nel dettaglio, i tagli riguarderanno 3 consiglieri parlamentari (scenderanno da 50 a 47), 4 stenografi (da 15 a 11), 2 coadiutori (da 58 a 56), 6 tecnici-amministrativi (da 17 a 11) e 20 assistenti parlamentari (da 126 a 106).

“La riduzione della pianta organica oggi proposta – si legge nella relazione del Consiglio di presidenza – trova la sua ratio nella necessità di perseguire esigenze di contenimento della spesa senza, di contro, recare pregiudizio alla funzione legislativa dell’Assemblea ed alla efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Le scelte adottate per la elaborazione della nuova pianta organica oggi proposta – prosegue la nota – sono state determinate anche dalla individuazione di compiti e funzioni che, per le loro caratteristiche e natura, possono esere oggetto di esternalizzazione, ovvero di riduzione o soppressione di funzioni, con conseguente contenimento di costi”.

Insomma, il ricorso alle esternalizzazioni (“in particolare – scrive il Consiglio di presidenza – quello relativo al servizio di resocontazione”) giustifica la riduzione di alcune categorie di dipendenti. L’Assemblea regionale siciliana, sempre nella seduta di oggi, ha inoltre approvato il rendiconto 2011, con un avanzo di cassa pari a circa 6,2 milioni di euro che scaturisce dalla differenza delle previsioni iniziali fra le minori entrate conseguite (4 milioni 621 mila) e le minori spese sostenute (oltre 10 milioni). Le entrate effettive totali sono pari a 172 milioni 095 mila e le spese 165 milioni 887 mila. A dare maggior corpo alla riduzione della spesa le politiche di contenimento che il Consiglio di presidenza ha adottato con una serie di provvediemnti che recepiscono relative delibere del Senato. Le riduzioni hanno interessato il trattamento economico dei deputati in carica e quelli cessati dal mandato, i dipendenti in servizio e in quiescenza. Una significativa riduzione si regista sulla spesa per le consulenze esterne sulla fruizione del patrimonio immobiliare e culturale che viene dimezzata passando da 515 mila a 215 mila. Un certo incremento si registra invece nella spesa inerente le pensioni a favore degli ex dipendenti, con 500 mila euro in piu’ rispetto alle previsioni dell’anno precedente.


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