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Pure Genchi| ha mollato Lombardo

Gioacchino Genchi molla Raffaele Lombardo. L'ex superconsulente non è più il legale del presidente della Regione. Ecco perché.

Il superconsulente si defila
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Gioacchino Genchi ha mollato Raffaele Lombardo. L’ex superconsulente delle procure italiane, di cui il governatore siciliano si era servito per difendersi dell’inchiesta “Iblis” dell’ufficio requirente catanese, ha completato la parte preliminare del suo lavoro, quando è stato nominato consulente della difesa, e si è defilato. Un “divorzio” che passa anche dai guai giudiziari della moglie di Lombardo, Saveria Grosso, rinviata a giudizio per abusivismo edilizio, nell’ambito della vicenda riguardante la casa al mare del presidente a Ispica, nel Ragusano. La donna, infatti, visti i buoni rapporti intercorsi con Genchi, che intanto aveva giurato come avvocato, l’aveva nominato per la sua difesa nel processo che si celebra al tribunale di Modica. Ma l’uomo dei telefoni, con una missiva del 7 giugno scorso, ha rinunciato al mandato difensivo per “sopravvenuti procedimenti” di altri clienti e a causa dei numerosi impegni che lo vedono impegnato in giro per l’Italia.

Questo, carte alle mano, il motivo della rinuncia di Genchi. In realtà sembra che fra il presidente della Regione e Genchi, nonostante i rapporti cordiali, fatte salve le divergenze politiche, non ci sia più quel feeling dei primi approcci. “Ho seguito il lavoro da lui svolto condividendo la sua metodologia, l’obbiettività e il rigore logico e scientifico con cui procede nelle analisi e accompagna le conclusioni” aveva detto Raffaele Lombardo. E qualcuno ha intravisto, qualche sera fa, la sua scorta attenderlo in piazza Principe di Camporeale, davanti il palazzo in cui ha sede lo studio di Genchi. Ma qualcosa è andato storto. Genchi aveva detto che avrebbe difeso Lombardo in giudizio, a Catania, qualora questi avesse dato le sue dimissioni. Cosa che, come noto, non è avvenuta. Ma, soprattutto, la linea difensiva del presidente ha imboccato la via del basso profilo scegliendo il rito abbreviato. Quindi, con ogni probabilità, non serviva più una strategia “da guerra”, non era più necessaria la sapienza investigativa di un avvocato d’eccezione quale può essere Gioacchino Genchi. E qui finisce la storia.

Genchi ha informatizzato gli atti e acquisito i tabulati del presidente per dimostrare che non fosse presente all’incontro con il boss Rosario Di Dio alla vigilia delle elezioni europee del 2004. Il numero di telefono del governatore, infatti, è entrato e uscito dal’inchiesta Why Not. Trovato in contatto con il personaggio principale di quell’indagine, Antonio Saladino, è finito nell’immenso archivio dell’allora consulente della procura di Catanzaro, e del pm Luigi De Magistris, e, incidentalmente, il dato è servito a dimostrare che Lombardo si trovasse a centinaia di chilometri di distanza. L’indagine difensiva di Genchi è nelle mani di Lombardo ma non sarà utilizzata in giudizio, vista la scelta del rito alternativo.


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