Stralciati gli articoli | sui tagli al personale - Live Sicilia

Stralciati gli articoli | sui tagli al personale

Stralciati dall'emendamento all'assestamento di bilancio che corrisponde alla norma sulla "spending review" i commi dal 7 al 18 bis, cioè gli interventi che su riduzioni del personale e prerogative sindacali.

Spending review all'Ars
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12.00 Stralciati dall’emendamento all’assestamento di bilancio che corrisponde alla norma sulla “spending review” i commi dal 7 al 18 bis. Si tratta, in pratica, degli interventi che riguardano le riduzioni del personale e le prerogative sindacali. Questi interventi confluiranno successivamente in un distinto disegno di legge. Intanto proseguirà l’esame in Commissione bilancio, per portare ciò che resta della norma in Aula entro la giornata di oggi.

 

“Non si può chiedere a un tacchino di preparare il pranzo di Natale”. L’immagine è colorita, ma certamente rende bene l’idea del muro che s’è alzato di fronte al ddl sulla cosiddetta “spending review” varato dal governo e portato in Commissione bilancio. La frase, pronunciata con un sorriso, è dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, che spiegava pochi giorni fa come “fosse normale, in fondo, che la politica tutta si opponga a una norma che prevede tagli e riduzioni di personale, specie con le elezioni imminenti”.

E in effetti, nelle ultime ore, attorno al testo dell’assessore all’Economia s’è scatenato un fuoco incrociato di politici e sindacalisti. Questi ultimi, seppur con sfumature diverse, hanno descritto il disegno di legge come una “mannaia” capace di produrre una “macelleria sociale”. Tutte metafore, immagini, che aggiunte a quella dello stesso Armao sui preparativi del pranzo di Natale, dipingono uno scenario da trincea. Da un lato, appunto, i 62 commi della spending review. Dall’altro, parlamentari e sindacalisti pronti alle barricate. E le intese, in questo senso, non mancano. E giungono addirittura dal presidente della Commissione bilancio Riccardo Savona, che già in Aula aveva del resto accelerato per l’approvazione dell’assestamento “scorporato” dal ddl sui tagli. Una  decisione letta da Armao come un tentativo di “rimandare a data da destinarsi” la discussione sulla spending review.

Da lì, un braccio di ferro, conclusosi addirittura con la (ri)trasformazione del disegno di legge in un emendamento all’assestamento. Che significa (salvo sorprese), che le due cose viaggeranno inevitabilmente insieme. A partire da domani all’Ars. Un risultato ottenuto, però, attraverso la scelta “politica” di Armao di non considerare blindato il testo, anzi, dopo un incontro in Commissione bilancio sabato scorso, l’assessore ha commentato: “Il proficuo confronto con il sindacato di oggi può condurre entro lunedì mattina ad apportare alcune modifiche condivise all’emendamento governativo sulla revisione della spesa che è stato presentato dal Governo al ddl di assestamento tornato all’esame dell’Ars. Sono state fugate le preoccupazioni di licenziamenti: nessuno perderà il lavoro, ma attraverso misure di accompagnamento alla pensione e procedure di mobilità si abbasseranno i costi per il personale regionale e la quiescenza che superano oggi 1,6 miliardi di euro”. Modifiche condivise, rassicurazioni. Un po’ quello chiesto proprio dalla politica. Che dovrà ripresentarsi, tra pochi mesi, di fronte all’elettorato. E arrivarci sulla scorta di una serie di tagli al personale, non sembra il miglior viatico.

E a farsi interprete di questi sentimenti, è proprio il presidente della Commissione bilancio Savona (e con lui tanti altri deputati all’Ars), che ha sottolineato come “non si possa affrontare una legge di riforma tanto complessa in soli due giorni. Del resto  dal testo – prosegue Savona – non emergono né dati quantitativi, sotto il profilo del risparmio delle risorse, né sono individuabili gli aspetti qualitativi, in termini di selettività degli interventi; si hanno soltanto cifre da verificare, a consuntivo, dagli effetti incerti, con un risparmio di spesa dichiarato, non vero. Nel frattempo la commissione potrà esaminare – ha concluso – le restanti parti del testo, consentendo l’approvazione dell’intero ddl entro le date fissate”. Ma di rinvio, Armao non vuol sentir parlare: “Non è possibile rinviare oltre l’adozione delle decisive ed irrinunciabili misure di contenimento e razionalizzazione della spesa regionale positivamente apprezzate dal Governo nazionale.

Non disponiamo di settimane, ma di pochi giorni, il resto sarebbe un rinvio incomprensibile mentre le istituzioni autonomistiche hanno necessità di recuperare credibilità nel confronto col Governo nazionale, con i mercati finanziari ed in quello con l’opinione pubblica regionale, nazionale ed, a questo punto, anche internazionale”. Ma dal linguaggio diplomatico di Savona si può pensare, più che a un tentativo di rinvio totale del testo, alla possibilità che alcuni commi, magari quelli più “spinosi” (in particolare quelli che riguardano i tagli al personale) siano stralciati, con l’impegno di inserirli in un nuovo disegno di legge, da concertare con le parti sindacali. Che nel frattempo hanno chiesto a gran voce ai deputati di non approvare quella norma. E nella loro richiesta hanno trovato già sponde “di peso”. Come il segretario del Partito democratico Giuseppe Lupo: “Lombardo – ha detto Lupo – azzeri subito l’inutile pletora di consulenti che gravano sulle casse della Regione. Altrimenti non è credibile quando dice di volere la spending review.

La Regione siciliana – ha aggiunto – può contare sulla professionalità di oltre 1800 dirigenti e certamente non ha alcun bisogno di consulenti nominati a spese dei siciliani. Il presidente della Regione ha la responsabilità di non avere ascoltato le proposte per il risanamento e lo sviluppo  avanzate nei mesi scorsi dalle parti sociali, che hanno manifestato contro la presidenza della Regione lo scorso uno marzo”. E in questo caso non è mancata la replica del capogruppo dell’Mpa Nicola D’Agostino: “Lupo non si nasconda dietro la solita manfrina politica tutta improntata al tatticismo e alla difesa di interessi corporativi sindacali, – la risposta di D’Agostino – capiamo che quello è il mondo da cui proviene, ma oggi è il momento di fare scelte importanti per le nuove generazioni.

Dunque Lupo si tolga per qualche giorno la maschera e dica con chiarezza se intende aderire alle richieste di Monti e contribuire ai tagli, anche impopolari, di alcune spese più o meno parassitarie, giacché la sensazione che ne ricaviamo – ha aggiunto – è che non voglia far nulla. Dia piuttosto il suo contributo invece di mettersi di traverso con affermazioni qualunquiste”. Perché il tema è tutto lì: le scelte impopolari contenute tra i 62 commi della spending review, che “deve essere – ecco, non a caso, l’appello di D’Agostino – una occasione per l’Ars di confronto, non l’ennesimo pretesto per divisioni che i cittadini non capirebbero”. Ma le divisioni in realtà esistono già. Tra chi pensa alla necessità e all’ineludibilità di quegli interventi. E chi, invece, crede che la riforma “non s’ha da fare”. Già, al tacchino, ricorda Armao, il Natale non piace affatto.


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