Rogo alla discarica, l'esperto:| "Potrebbe non essere doloso" - Live Sicilia

Rogo alla discarica, l’esperto:| “Potrebbe non essere doloso”

Parla Eugenio Cottone, ex dirigente tecnico Chimico della Regione Siciliana ed ex commissario dell’Ente dell’Etna: "Potrebbe essersi trattato di combustione. Adesso bisogna stare attenti al ciclo alimentare, partendo col monitoraggio di prodotti ortofrutticoli, acque ed alimenti rientranti nella zona di ricadute delle polveri. Da controllare anche i fanghi e le acque generati dagli impianti di depurazione in cui recapitano le acque di scolo delle aree interessate dalla ricaduta e dalle operazioni di lavaggio".

Ritiene improbabile la natura dolosa dell’incendio a Bellolampo, considerando l’ipotesi di una combustione. A dire la sua è l’ex dirigente tecnico Chimico della Regione Siciliana ed ex commissario dell’Ente dell’Etna, Eugenio Cottone, che rispondendo ad una richiesta di parere da parte del Movimento Difesa del Cittadino, precisa: “Dopo la fase di liberazione di gas derivanti da fenomeni di cracking termico, la combustione potrebbe avere proseguito a temperature relativamente basse ed in condizioni di carenza di ossigeno, con la presenza di elevati livelli di incombusti (incompleta ossidazione dei composti organici). In tale quadro – precisa Cottone – sembra inevitabile la formazione di diossine e di composti diossino-simili, ma ancor più preoccupante è la formazione dei composti tipici del nero fumo ed ascrivibili alla categorie degli Idrocarburi Policiclici Aromatici.

Inoltre, in funzione dell’efficienza della differenziazione delle frazioni merceologiche, e del loro avvio al recupero, e in presenza di pile esauste, la parziale combustione potrebbe vedere la formazione di elevati livelli di polveri e incombusti con presenza non trascurabile di metalli pesanti. Al di là delle diossine – sottolinea – i cui effetti sono già conosciuti al grande pubblico, numerosi componenti di tali classi sono classificati come sostanze cancerogene per l’uomo, il che deve portare ad un approccio estremamente cautelativo”. Ed ecco – come il dottor Cottone stesso precisa – alcuni comportamenti da adottare per evitare o limitare i rischi:

Lavaggio di tutte le superficie esposte alle ricadute – ivi inclusi i lastrici solari degli edifici – al fine di evitare la risospensione delle polveri e la loro riduzione volumetrica al di sotto dei 10 micrometri, riduzione che aumenta enormemente il pericolo sanitario. In particolare sarebbe estremamente opportuno procedere al lavaggio delle strade urbane ed inibire, cautelativamente, la vendita di bacche, ortaggi e verdure a foglia provenienti dalle aree di massima ricaduta che dovranno essere individuate mediante modellazione dei venti nei giorni dell’evento e verifiche de visu sul territorio.

Avvio di una campagna di prima verifica delle concentrazione di diossina nel latte materno di donne in fase di allattamento e che sono rimaste esposte agli effetti della combustione.

Monitoraggio di prodotti ortofrutticoli, acque ed alimenti rientranti nella zona di ricadute delle polveri nonché il monitoraggio dei fanghi e delle acque generati dagli impianti di depurazione in cui recapitano le acque di scolo delle aree interessate dalla ricaduta e/o dalle operazioni di lavaggio.

 

 


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